di Giorgio Abonante
Il nuovo Schema di Capitolato per la gestione dei centri di Accoglienza Straordinaria voluto dal Governo, incide negativamente sui bandi pubblici delle Prefetture. Gli effetti ricadono sul 90% dell’accoglienza che l’Italia garantisce ai richiedenti di protezione internazionale. Il provvedimento prevede una pesante decurtazione ai finanziamenti, agli importi a base d’asta fissati per i bandi di gara (stimati in fondi per persona accolta al giorno). È il taglio ai “famosi” 35 Euro. Peccato che i nuovi capitolati chiedano anche molti meno servizi, quindi meno costi e che qualcuno ci guadagni. Non i piccoli gestori.
Alcuni cooperatori alessandrini hanno recentemente annunciato la rinuncia a partecipare alle gare denunciando l’insufficienza delle risorse a disposizione. Molti cittadini hanno esultato sulla base del principio secondo il quale meno soldi girano nei progetti sull’accoglienza e meno interessi loschi verrebbero soddisfatti. È l’esatto contrario ed è facile da dimostrare.
I tagli sono commisurati al numero di persone accolte in ogni struttura e alla tipologia di accoglienza realizzata. Chi pagherà di più il prezzo di questi tagli saranno coloro che propongono l’accoglienza diffusa con piccoli numeri, generalmente di qualità migliore e meno impattante sui territori. Per questa tipologia di accoglienza la riduzione sarà del 39%, da 35,00 a 21,35 euro. I Centri di accoglienza collettiva vedranno invece calare il finanziamento al giorno per persona dai 35,00 Euro a 26,35 (sino a 50 utenti accolti) e a 25,25 Euro (da 51 a 300 richiedenti asilo accolti). L’entità dei tagli ai piccoli centri è molto simile a quella prevista per le grandi strutture, al grande conviene, per il piccolo non è sostenibile.
Gli importi a base d’asta nei nuovi bandi indetti dalle Prefetture
Tipologia | Contributo al giorno per persona 2018 | Contributo al giorno per persona 2019 | Taglio fondi rispetto ai precedenti bandi |
Accoglienza diffusa in appartamenti | 35,00 | 21,35 | -39% |
Centri collettivi con 20 utenti | 35,00 | 26,35 | -25% |
Centri collettivi con 50 ospiti | 35,00 | 26,35 | -25% |
Centri collettivi con 150 ospiti | 35,00 | 25,25 | -28% |
Centri collettivi con 300 ospiti | 35,00 | 25,25 | -28% |
Già prima delle novità introdotte, i soggetti gestori di piccoli centri, quelli inevitabilmente destinati a ritirarsi, componevano il budget previsto dai capitolati di gara con costi obbligatori (per operatore, per affitto, servizi di assistenza sanitaria, etc.) su cui non potevano realizzare margini visto il numero limitato di persone accolte. Oggi, oltre a subire i tagli, queste strutture di calibro ridotto sopportano anche l’effetto perverso delle riduzioni di costo imposte in misura minore a chi si candida ad ospitare numeri molto grandi.
Ai tagli al finanziamento per l’accoglienza corrisponde anche la drastica diminuzione di tutti i servizi alla persona, a partire da quelli per l’integrazione, che spariscono. Un forte calo delle prestazioni richieste al privato che si candiderà a gestire i Centri di Accoglienza Straordinaria e numeri importanti di Richiedenti Asilo. Queste pesanti decurtazioni sono state immaginati diminuendo esclusivamente i costi di personale (e quindi i servizi alla persona e per l’integrazione), tra l’altro non proporzionali alla dimensione: tanto più una struttura è grande tanto più sarà forte il taglio ai costi del personale e, quindi, in proporzione saranno minori i costi per il gestore.
In un piccolo centro di accoglienza per 20 utenti la riduzione del personale richiesto è del 30%; per 300 richiedenti asilo arriva al 70%. Per piccoli centri da 20 posti il personale inciderà per il 46% del finanziamento ricevuto, con 300 ospiti per appena l’11%. Tenendo conto che tutte le altre voci di spesa sono proporzionate al numero di ospiti (quindi proporzionalmente uguali per tutte le dimensioni di strutture di accoglienza) l’entità del potenziale risparmio (e quindi il potenziale margine di guadagno) per i grandi numeri risulta talmente alto da annullare gli effetti dei tagli al giorno per persona.
In un’ipotesi di budget su 500 persone accolte si riducono gli introiti rispetto al sistema precedente ma anche i costi. Dato che i costi si riducono più che proporzionalmente rispetto alle entrate, la convenienza per questi gestori non solo rimane, ma aumenta. In sintesi, si calcola che su 25 posti (con costi difficilmente contraibili) con il nuovo sistema e con la riduzione delle entrate ci sarebbe una perdita di oltre 8.000 euro al mese mentre su 500 il risultato si invertirebbe determinando un guadagno di 8.000 euro al mese. Si consideri che il guadagno sarebbe sicuramente superiore perché sui grandi numeri i servizi si pagano molto meno (affitti, etc.).
Il nuovo modello è destinato a ingrassare chi fa dell’accoglienza un business, non che prima non succedesse, ma succederà in misura maggiore. Si fregano le mani gli affaristi che il nuovo Governo diceva di voler combattere. E viene meno anche la possibilità di dimostrare la teoria che con i tagli al sistema dell’accoglienza si sarebbe disincentivato l’arrivo di migranti. Perché il business non diminuisce, anzi peggiora, indirizzandosi verso il monopolio.
Giorgio Abonante