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Tra vecchi Nuraghi e belanti pecore si consuma la prima sanguinosa resa dei conti nel centro-destra. Sarà una lunga guerra quella che si profila all’orizzonte, di amici ora nemici e di j’accuse mancati. Sono due populisti senza popolo, Matteo e Giorgia. Non c’è più la vecchia intesa, quel collante che li ha visti abbracciati sui palchi di mezza Italia nell’estate di quasi due anni fa. Giorgia Meloni affila i coltelli e grida pubblicamente al tradimento, l’Otello shakespeariano di questa storia sarda. Desdemona in questa tragedia politica veste i panni di Matteo Salvini che annulla ospitate TV e diserta il Consiglio dei Ministri.

Su un aereo in rotta verso Cagliari si ritrovano invece due vecchi amici che per tanto – troppo – tempo sono stati distanti. Elly e Giuseppe si studiano a tratti circospettosi, gioiscono e festeggiano.

È un vento favorevole quello che li accompagna tra le nuvole, un libeccio che spira dall’isola verso il continente. Nè i meteorologi nè i radar più sofisticati lo avevano identificato con certezza. Ma alla fine è arrivato anche se pochi naviganti si erano accorti che qualcosa presto sarebbe cambiato.

E’ il trionfo del centro-sinistra, l’alleanza originale, si ravviva una vecchia fiamma che era mancata da tempo. Il fuoco si era spento, è vero, ma la scintilla era ancora lì nascosta da qualche parte.

È il campo giusto – ma non ancora largo – quello che consegna la vittoria nelle mani di Alessandra Todde. Manca ancora un tassello, quello più difficile da incastrare, per assistere alla reale potenza di fuoco di questa testuggine macedone. Per ora va bene così, il risultato c’è ed è notevole. Sarà l’Abruzzo a mostrare se le condizioni saranno sufficientemente buone per provare a fare un ulteriore passo in avanti.

O tempora, o mores! Ne escono invece sconfitti i potentati locali – o i presunti tali – dimostrando che i partiti esistono e sono ancora forti. Si consuma un dramma edipiano in Sardegna, una figlia d’arte che supera il proprio padre e che vede premiata la sua fedeltà partitica.

Ma cosa sarebbe successo se il margine di distacco fosse stato a noi sfavorevole? Se una manciata di voti ci avessero tolto l’effige della vittoria?

C’è ancora un posto vuoto sull’aereo, proprio accanto ai due vincitori. Dalla compagnia aerea fanno sapere che si tratta di un posto riservato da tempo ma che per ora il passeggero sia ancora restio a volare. Lo zelante Carlo per ora ha prenotato solo la tratta per Teramo.

C’è speranza che, tracciata la via, la si segua con animo fiducioso. Non lasciamo che, come scrisse un acuto Bertolt Brecht, “Ciò che oggi scriviamo sulla lavagna, domani lo cancelleremo”.

Gaia Brambilla
Gaia Brambilla

Classe 2001, bergamasca di nascita ma alessandrina per adozione. Laureanda in biologia con una passione per la politica e l'economia.

Il Ponte