Nella mia rubrica “Vedo talvolta gli asini volare, ma tendenzialmente non i draghi camminare sulle acque”, la quale aggiorno e approfondisco silenziosamente e nascostamente tutti i giorni, ma della quale rendo pubbliche poche scritture, oggi sono incappato nella questione spread BTP-BUND decennale. Argomento che, rispetto a qualche mese fa, non sembra interessare più molto diversi sacri testi del giornalismo italiano, i quali ovviamente avevano salutato l’arrivo del Messia come latore di una nuova era.
Ecco che dunque oggi pare un giorno interessante per soffermarsi a fare un punto della situazione. Già da subito si era notato nella suddetta nostra rubrica come la caduta tendenziale dello spread fosse un percorso che arrivasse da ben più distante, dalla primavera del 2020 grosso modo, periodo di cambio di rotta del comportamento in materia di politica monetaria della BCE (PEPP e dintorni).
Oggi sembra una buona data per osservare qualcosa che conferma la tendenza, ovvero che negli ultimi due mesi si osserva un assestamento sui valori precedenti all’arrivo del Messia, con lieve risalita tendenziale rispetto ai valori di fine Febbraio a inizio Marzo, dai famosi 90 punti frutto della moltiplicazione dei pani, dei pesci e delle monete, al misero risultato dei 115-120 punti di questi giorni, roba da Governo degli incompetenti.
Insomma sembra che oggi il titolo della nostra raccolta ci permetta di guardare fuori dalla finestra, accennando un sorriso tra i denti e osservando in effetti forse un asino volare (o magari è semplicemente una gallina sul tetto), ma non scorgendo traccia di draghi camminare sulle acque. E questo, sia chiaro, non certo per colpa della mitologica creatura (la quale siamo certi sappia bene da cosa dipendano questi andamenti e sia ben consapevole nel cogliere la quasi insignificanza del suo attuale ruolo su di essi), ma dei suoi cantori. Perché come diceva quel tale: “il problema non è tanto Dio, ma è il suo fan club che mi spaventa”.
