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E’ ipotizzabile un progressivo cambiamento delle preferenze domanda/offerta di lavoro nel corpo sociale americano, come afferma il noto politologo, esperto del mercato del lavoro, Robert Reich? Ci chiediamo: si tratta di semplice temporanea crisi strutturale dei meccanismi della distribuzione, filiere sfilacciate, ingorghi nei porti cinesi, tariffe di trasporto quadruplicate, complessivamente causate dalla ripresa post covid, come quotidianamente propala la narrazione imperante mass-mediatica? O, invece, c’è qualcosa di più profondo negli USA, più nascosto, ancora indecifrabile, ovvero una metamorfosi strutturale che inverte radicalmente il rapporto in favore dell’offerta (in economia politica misura la disposizione delle persone a lavorare), così come sostiene in questo breve post l’ex titolare del dicastero del lavoro americano?

Qui da noi, la seconda ipotesi ci parrebbe quasi inverosimile, considerata la “fame” di lavoro in molte aree della UE.  Ma se la documentata crescita dei prezzi USA non si placa (6,2 % al dettaglio e oltre l’8% all’ingrosso) prima o poi questa preoccupante onda inflattiva lambirà le coste del vecchio continente generando una pari riduzione del potere d’acquisto con salari reali negativi scaricandosi principalmente sui generi di prima necessità e sulle categorie meno qualificate e a causa di ciò potrebbe produrre lo stesso effetto che Reich nel suo substack[1] documenta negli USA.

General Strike

Avevo programmato che oggi avrei preso una pausa rinunciando a scrivere, ma sono irritato per come lo scorso venerdì i media stanno interpretando il mensile rapporto relativo ai dati sull’occupazione e sono obbligato a dir la mia.

Il taglio informativo era quasi universalmente poco rassicurante. Il New York Times ha sottolineato la “debole” crescita dei posti di lavoro, sottolineando la propria preoccupazione che “le ansie relative alla domanda di lavoro, le quali hanno tormentato le imprese per tutto l’anno, non saranno risolte rapidamente” e “l’aumento dei salari potrebbe aggiungersi ai timori riguardo l’inflazione“. Per la CNN è stata “un’altra delusione“. Per Bloomberg il “rapporto sull’occupazione di settembre è ampiamente deficitario per il secondo mese consecutivo“.

I media non hanno espresso il vero punto della questione: i lavoratori americani stanno mostrando i muscoli per la prima volta da decenni. Si potrebbe dire che i lavoratori hanno dichiarato uno sciopero generale nazionale fino a quando non otterranno una paga più remunerativa e migliori condizioni di lavoro.

Ovviamente non lo chiamano sciopero generale. Ma pur nel suo modo poco coordinato tutto ciò ci richiama agli scioperi organizzati che scoppiano in tutto il paese: i macchinisti di Hollywood, i lavoratori della John Deere, i minatori di carbone dell’Alabama, i lavoratori della Nabisco, della Kellogg, gli infermieri in California, gli operatori sanitari a Buffalo.

Disorganizzati o organizzati, i lavoratori americani ora posseggono quella leva contrattuale per chiedere di più. Dopo un anno e mezzo di pandemia, i consumatori hanno represso la domanda di tutti i tipi di beni e servizi.

Ma i datori di lavoro hanno difficoltà a ricoprire le posizioni. Il rapporto sul lavoro di ieri ha mostrato che il numero di offerte di lavoro [ è scesa] a un livello record. La quota di persone che lavorano o cercano lavoro (tasso di partecipazione alla forza lavoro) è diminuita al 61,6 %. In calo anche la partecipazione delle persone nei primi anni di lavoro, definiti tra i 25 ei 54 anni.

Questi numeri non hanno nulla a che fare con lo spauracchio repubblicano degli extra sussidi di disoccupazione che presumibilmente scoraggiano le persone dall’ottenere un lavoro. Tali benefici si sono esauriti prima del ​​Labor Day.

La riluttanza dei lavoratori a tornare alla loro precedente occupazione ha a che fare con il fatto che sono stufi. Alcuni sono andati in pensione presto. Altri hanno trovato modi per sbarcare il lunario scansando un lavoro che detestano. Molti semplicemente non vogliono tornare a massacranti occupazioni di merda a basso salario. Sulla scia di così tante difficoltà, malattie e morti durante lo scorso anno, suppongo che le priorità di molte persone siano cambiate.

I media e la maggior parte degli economisti misurano il successo dell’economia in base al numero di posti di lavoro che essa crea, ignorandone la qualità. Ma quando ero Ministro del Lavoro incontrai lavoratori in tutto il paese che si lamentavano del fatto che il loro lavoro era pagato troppo poco con pochi benefici, o non era sicuro, o richiedeva orari lunghi o imprevedibili. Molti hanno affermato che i loro datori di lavoro li trattavano male, li molestavano e non li rispettavano.

Per lusingare i lavoratori, i datori di lavoro stanno ora aumentando i salari e offrendo altri incentivi. I guadagni medi sono aumentati di 19 centesimi all’ora a settembre e sono lievitati di oltre $ 1 l’ora – o il 4,6% – nell’ultimo anno.

Chiaramente, non è abbastanza.

Corporate America vuole inquadrare questa situazione come se fosse una “carenza di manodopera“. Ma ciò che sta realmente accadendo deve essere descritta più accuratamente come una carenza di salario di sussistenza, una carenza di salari di rischio, una carenza d’assistenza all’infanzia, una carenza di congedo per malattia retribuito e una carenza d’assistenza sanitaria.

A meno che queste deficit non vengano corretti, molti americani non torneranno al lavoro in tempi brevi. Questa è la vera lezione del rapporto sul lavoro di ieri.

Robert Reichhttps://robertreich.substack.com/p/the-general-strike-of-2021?fbclid=IwAR27CfWxUJHq7NQuOBRN4NYA93AF11hKoQ-Gmqlu-JwpZ6u1Uwg0Zzzj5yQ


[1] Substack è stato fondato nel 2017 e ha un modello di business piuttosto semplice. Permette a qualsiasi azienda o giornalista di creare una newsletter e chiedere soldi ai lettori per finanziarla su base mensile o annuale, e si mantiene trattenendo il 10 per cento delle entrate totali di ogni newsletter. Nel mondo esistono molte altre piattaforme di successo per creare newsletter, come Tinyletter e Mailchimp, ma nessuna offre un sistema così efficiente e intuitivo per ottenere soldi dai lettori.

https://www.ilpost.it/2020/08/04/substack-newsletter-pagamento/

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

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