Giorgio Abonante
Al Sindaco di Alessandria
All’Assessore alle Politiche sociali
Al Presidente del Consiglio comunale
Egr. Sindaco, Gent. Assessore, Gent. Presidente,
si discute molto in questo periodo sulla necessità di pensare alla cosiddetta fase 2 dell’emergenza Covid con la speranza che si possa intravedere anche la fase 3, di uscita definitiva dalla difficile situazione in cui viviamo da settimane. Mi riferisco qui alla vicenda delicata dei cosiddetti Luoghi Neutri per l’incontro dei minori con i genitori nelle comunità ma. più in generale, a tutte le situazioni di disagio su cui hanno competenza e titolo a intervenire i servizi sociali.
Nota del 9 aprile scorso https://www.regione.piemonte.it/web/temi/coronavirus-piemonte/minori-accolti-strutture-riprendono-gli-incontri-famigliari-luoghi-neutri?fbclid=IwAR0O08P–sHHiMLAaduvC2LlS7EQQuDe5W0Ih1mqejCaGcQJE0U_fm6tQ-A
“La Regione Piemonte ha ripristinato gli incontri in luoghi neutri dei minori accolti nelle comunità, con i loro famigliari. Gli incontri erano stati sospesi con un provvedimento della giunta del 13 marzo, a causa delle misure di restrizione per il contenimento dell’epidemia da coronavirus. Dove non sia possibile garantire la sicurezza, la Regione raccomanda agli enti gestori dei servizi socio-assistenziali di potenziare i collegamenti dei minori con i famigliari, attraverso l’uso di strumenti telematici.“
Dunque, la Giunta Regionale il 13 marzo scorso, con DGR, sospese gli incontri; il 9 aprile con una raccomandazione, che è una fonte di rango imparagonabile alla DGR, sostanzialmente scarica la responsabilità sugli enti gestori delle funzioni socioassistenziali.
Gli enti gestori al momento si trovano obbligati a non riprendere tali incontri. Impossibile dare loro torto, se succedesse qualcosa sarebbero gli unici e diretti responsabili, anche penalmente. In questo quadro si crea una evidente disparità a livello territoriale ma soprattutto si rinuncia a intervenire in quei casi che, previa valutazione dei servizi, potrebbero tornare alla normale gestione relazionale protetta.
Mi chiedo, ampliando il ragionamento, se non sia il caso di studiare un modo per chiedere alla Regione Piemonte di cancellare questo ambiguo scaricabarile che non aiuta nessuno, men che meno i servizi e le persone interessate. Per la stabilità e l’equilibrio delle relazioni famigliari e sociali che innervano il tessuto connettivo della nostra comunità abbiamo bisogno di uno strumento legittimo di intervento affinché ogni caso venga trattato in una cornice amministrativa certa ma soprattutto utile.
Può aiutarci il PROTOCOLLO D’INTESA FRA UNITA’ DI CRISI – REGIONE PIEMONTE, PREFETTURE, CITTA’ METROPOLITANA E PROVINCE DEL PIEMONTE: ULTERIORI MISURE DI CONTENIMENTO COVID 19 E INDICAZIONI OPERATIVE SULL’ASSISTENZA TERRITORIALE E NELLE STRUTTURE ASSISTENZIALI E SOCIO SANITARIE, IVI COMPRESE LE RSA in particolare se fosse usato di più e meglio l’art. 14 che ha istituito la cabine di regia provinciali.
La Regione, questa volta con DGR, potrebbe ampliare la fattispecie dei casi oggetto di attenzione delle cabine di regia, ex art 14 del Protocollo d’intesa. Come prima cosa occorre verificare: a) se sia stata sia istituita; b) capire come sia stata composta, se sono stati inseriti tutti i rappresentanti espressamente indicati dalle categorie individuate dall’art. 14; c) che agisca in modo permanente. Le cabine di regia sono costituite presso le Province e vedono la presenza della Prefettura che potrebbe autorizzare la ripresa di attività di assistenza sociale, inclusi gli incontri nei Luoghi Neutri, quando i servizi e gli enti competenti ne ravvedessero l’opportunità e le condizioni.
Fondamentale che dalle cabine di regia escano indicazioni chiare e dotate di sufficiente potere giuridico affinché, operativamente, vengano garantite a tutti le condizioni di sicurezza necessarie, DPI e tamponi inclusi. Ma questo vale anche per la gestione dei casi tipici previsti dallo stesso Protocollo d’intesa cioè la gestione dei pazienti a domicilio e nelle strutture per anziani.
Qui la Prefettura e la Provincia possono giocare un ruolo decisivo se Asl e Regione le supportassero adeguatamente e se il senso di questo protocollo d’intesa, ancorché approvato in enorme ritardo, passasse da un approccio burocratico ad uno pratico, considerando la territorialità e i servizi socioassistenziali a 360°, senza dimenticare nessuno.
Vi chiedo di valutare l’invio di una nota alla Regione Piemonte, al Presidente Cirio e all’Assessore Caucino, al Presidente della Provincia di Alessandria e al Prefetto di Alessandria con l’obiettivo di sfruttare al meglio l’opportunità offerta dalle cabine di regia.
Cordiali saluti.
Giorgio Abonante
consigliere comunale