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Un approccio innovativo per affrontare il problema della chiusura sempre più diffusa dei negozi nelle città e nei piccoli comuni è di adottare un modello simile a quello degli accordi territoriali utilizzati per gli affitti residenziali, ma applicato al commercio al dettaglio. Questi accordi incentiverebbero i proprietari ad abbassare i canoni di affitto, offrendo loro vantaggi fiscali come la cedolare secca e sconti sull’Imu.

Molte città stanno affrontando il problema della chiusura di negozi a causa della concorrenza dei grandi centri commerciali e dell’e-commerce ma preservare il commercio di vicinato è importante per molti motivi, non ultimo perché la desertificazione aumenta anche la percezione dell’insicurezza. Tra i temi, l’aumento dei canoni di affitto e l’inflazione che colpiscono gli operatori commerciali che non sono proprietari dei locali in cui operano è quello certamente prioritario.

L’ipotesi di applicare una misura simile alla cedolare secca agli affitti commerciali potrebbe essere una soluzione efficace. Questo approccio potrebbe favorire la riduzione dei canoni di affitto, stimolando così la sopravvivenza del commercio locale. Inoltre, questa misura potrebbe avere un impatto positivo sia sulle proprietà immobiliari che sugli operatori commerciali, contribuendo a mantenere vivo il tessuto commerciale delle città. La proposta è convincente e potrebbe essere un’opportunità strutturale per affrontare questa sfida economica.

Gaia Brambilla

Classe 2001, bergamasca di nascita ma alessandrina per adozione. Laureanda in biologia con una passione per la politica e l'economia.

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