
I lavori che hanno interessato per circa due mesi la circolazione ferroviaria sulla linea Genova-Milano per consentire le attività di adeguamento infrastrutturale e tecnologico dell’impianto ferroviario di “Bivio Fegino”, necessarie per l’innesto della nuova linea del Terzo Valico, ci permettono un ragionamento sul traffico merci ferroviario nella nostra provincia e sullo scalo di Alessandria smistamento.
Durante questo periodo il traffico dello scalo, fermo normalmente a 15/20 treni giornalieri è cresciuto fino a 50 e anche oltre convogli al giorno, provocando a volte una difficoltà nella gestione del medesimo, viste le ridotte capacità di ricevimento ( si è passati nel corso degli anni dai circa 30/ 40 binari di arrivi e partenze a meno di 10, al netto delle chiusure pressoché definitive delle attività di smistamento carri vere e propri).
Questa interruzione non è stata e probabilmente non sarà un caso isolato; lo scalo di Alessandria, pur ridotto nelle capacità, è inserito nel nodo ferroviario alessandrino e ha quindi capacità di collegamento notevoli nelle varie direttrici, le necessità dei trasporti sono variabili e vanno sfruttate.
È quindi evidente che prima ancora di tutti i progetti di rilancio e sviluppo, più o meno attuabili, sono necessari interventi infrastrutturali sullo scalo per renderlo più operativo e meno residuale, trovando anche parziale soluzione al grande spazio tutt’ora occupato all’interno della città di Alessandria.
Due considerazioni sono inoltre importanti per trasporto merci ferroviario:
Questo sistema è cruciale nell’attuale situazione di emergenza, per sostenibilità ambientale e sicurezza: i lavoratori viaggiano in equipaggi isolati di e hanno meno contatti al difuori della cabina di guida. Un treno merci sostituisce poi decine di TIR con un rapporto favorevole per ogni tonnellata/km di merci e il numero di persone coinvolte e, quindi, di potenziali contatti interpersonali. Grazie poi al cargo ferroviario e all’attività di terminal, si garantisce anche in situazione di emergenza, gli approvvigionamenti di moltissimi generi indispensabili assicurando alle aziende continuità di produzione.
La seconda riguarda appunto lo sviluppo e il compimento del terzo valico, la nuova linea ad alta capacità che servirà a supportare il traffico di del Porto di Genova, con l’ambizione / possibilità di centro di accesso al corridoio Genova – Rotterdam.
Al netto di tutte le incertezze di questo periodo, enormi dal punto di vista della produzione e dei trasporti, abbiamo visto come la critica ( pesantemente) situazione dei nodi stradali del capoluogo ligure debba portare ad una consistente riduzione del numero di mezzi pesanti che attraversano l’Appennino, con conseguenze favorevoli delle emissioni di gas valutabili in milioni di tonnellate considerando che il trasporto su ferrovia è di almeno 4/5 volte meno inquinante del trasporto stradale, oltre al beneficio stesso di una circolazione stradale più sicura e scorrevole.
Per invertire il rapporto ferro/gomma (pesantemente sfavorevole nel nostro paese nei confronti delle ferrovie merci) il terzo Valico rappresenta per il nostro territorio un’occasione unica, con una strategia anche mirata ad utilizzare al meglio e potenziare gli scali e le infrastrutture già esistenti, con una visione che veda il risultato complessivo e non il particolare. Oltre allo scalo del capoluogo, quello di Novi San Bovo e Rivalta possono e debbono essere utilizzati al meglio, con tutti gli interventi e potenziamenti del caso: la provincia di Alessandria può ,e deve, sul traffico merci, recuperare potenzialità.
Daniele Coloris