
“C’è bisogno di lavoro quindi non possiamo dire no“; “Il privato (PAM) lo vuole fare lì perché altrove non lo farebbe“; “Il centro logistico di PAM è un traino della logistica alessandrina“. In estrema sintesi sono queste le posizioni della maggioranza Lega – Forza Italia – Fratelli d’Italia al varo dell’operazione PAM logistica in zona Alessandria 2000, posizioni alle quali abbiamo opposto le nostre ragioni e il conseguente voto contrario.
Partiamo dall’ultima affermazione. Falsa. Pam logistica risponde a bisogni industriali e logistici di Pam e non dello sviluppo della logistica sul territorio alessandrino. Si tratta, infatti, di un intervento enorme su un’area che non è mai stata indicata dagli enti pubblici locali come area vocata e destinata ai servizi logistici tanto che potrà essere utilizzata solo da Pam per le attività del gruppo. Diverso sarebbe stato se quest’operazione fosse stata fatta in fregio o nel contesto di una totale riqualificazione dell’area scalo merci di Alessandria, in un disegno pensato per qualunque altra impresa interessata a collocarsi in questa zona.
Del resto, e si arriva velocemente al punto 2, se si afferma che “Il privato (PAM) lo vuole fare lì perché altrove non lo farebbe” si spiega da sé la natura legittima ma esclusivamente di interesse privato dell’operazione. Qui si pone una questione dirimente.
Qual è il potere del Comune e della comunità alessandrina se si decide e si afferma candidamente un principio di questo tipo? Quali sono i confini che tracciamo per la nostra comunità affinché possa determinare il proprio destino?
Nessuno, in presenza di affermazioni così nette e prive di una lettura profonda e problematica di processi così delicati. Tanto che questo provvedimento, che prelude a un intervento estremamente impattante sotto ogni punto di vista, è passato in Commissione e Consiglio comunale come qualunque altra normale e ordinaria delibera.
Il quartiere Europa forse si accorgerà poco del traffico dei mezzi perché tutta la viabilità è esterna a quella urbana ma il consumo di suolo è abnorme in un’area non deputata a scopi industriali. Avendone tre di aree industriali e due connesse alla viabilità extraurbana si capisce che PAM si sia innamorata proprio di quel posto semplicemente per abbattere i costi visto che di quell’area era già in possesso.
Peraltro, con la modifica di destinazione d’uso della porzione interessata di Alessandria 2000 occupata da PAM logistica, di fatto, si crea per sempre una nuova area industriale a pochi metri da numerosi condomini.
Se si vuole parlare seriamente di logistica in una dimensione programmatoria locale concreta vorremmo sapere quali siano state le valutazioni offerte da Fondazione Slala che studia e propone soluzioni proprio sul sistema logistico del nordovest.
Come si è arrivati a quella collocazione, quali garanzie sono state date in termini di occupazione e non ultimo di oneri, quali procedure sui flussi di veicoli sono state concordate, è mai stata ipotizzata l’intermodalità? A queste domande non è stata data risposta.
“C’è bisogno di lavoro quindi non possiamo dire no“, torniamo al primo punto che è quello forse più spinoso e che non si può eludere.
Il nostro compito è quello di favorire ogni tipo di insediamento e produzione basta che porti lavoro?
Se è questa la linea che vogliamo seguire allora, è totalmente preclusa ogni ricerca di equilibrio fra ambiente e lavoro, fra ricchezza e qualità della vita intendendo la prima esclusivamente come prodotto interno locale del tutto priva di qualità dell’ambiente urbano, di approfondimenti costi e benefici degli insediamenti, diremmo di ormai almeno cinquant’anni di elaborazione del concetto, pre condizione necessaria e nemmeno valore in sé, di sostenibilità ambientale.
Allora le destre mandrogne ci devono spiegare il NO netto al Deposito rifiuti radioattivi (qualcuno è certo al 100% del fatto che la nostra provincia non abbia un’area idonea?) che di posti di lavoro ne porterebbe più del doppio di PAM con parco tecnologico annesso, relazioni professionali scientifiche di valore, sviluppo delle sedi universitarie, redditi superiori a quelli garantiti da PAM.
Oppure ci spieghi la destra locale come intenda affrontare la questione Polo Chimico in presenza di un principio, quello che affermano loro, che spazza via ogni tipo azione a tutela della qualità della vita, dell’ambiente urbano e della sostenibilità nelle sue diverse forme. Insomma, contraddizioni e incoerenze si sprecano.
Morale, almeno per noi. Sindaco, PAM logistica non si può fare lì dove la volete fare, si faccia nelle aree industriali e non in città e se a PAM non andasse bene pazienza, sopravvivremmo lo stesso e, anzi, saremmo chiamati con più vigore a definire una chiave concreta per attirare lavoro e relazioni di qualità per l’economia e il sistema alessandrino.
Gruppo consiliare PD e Lista Rossa, Comune di Alessandria