Perché Alessandria non è più la bella città di un tempo?

Nella nostra amata città bisogna ripartire dalla cura dei parchi e delle zone all’aria aperta, oltre che dai centri sportivi abbandonati. Molte aree verdi sono in disuso e si presentano con cumuli di sterpaglie e immondizia, nei rioni sono rari i punti di ritrovo per ragazzi e famiglie.
Al Cristo si sono dati da fare i cittadini e i commercianti con iniziative interessanti quindi la volontà di sviluppare idee non manca. Se ci guardiamo intorno tuttavia ci rendiamo conto che di polmoni verdi per bambini e famiglie se ne trovano pochi.
In questi 2 anni di pandemia non si è potuto giocare regolarmente con continuità, non solo nelle associazioni sportive, i ragazzi sono rimasti chiusi in casa con lezioni a distanza, senza il valore della presenza del contatto umano; oggi molte famiglie sono preoccupate dalla pigrizia espressa dai loro figli e dalla carenza di spazi in cui farli esprimere liberamente.
Lo sport all’aria aperta è un diritto per i cittadini e un dovere per le amministrazioni pubbliche, garantirlo è un dovere.
I terreni comunali o demaniali incustoditi su cui crescono “foreste” o che diventano discariche mostrano alle generazioni che verranno un esempio pessimo. Gli oratori legati alla pratica sportiva (e non solo ovviamente) come la Don Bosco o gli Orti ricoprono un ruolo fondamentale e vanno sostenuti.
Non abbiamo un teatro comunale, non abbiamo una piscina comunale, abbiamo il Cattaneo come centro sportivo comunale, gestito ottimamente dalla Società Asca, c’è il campo di atletica che è un gioiello, il Centro Don Bosco dei Salesiani, il Centro Orti, il campo in via Giovanni Falcone (ex Casermette) gestito molto bene dalla ACF Alessandria, l’Aurora in fase di cantiere, l’ottima gestione del CUS a Casalbagliano, la presenza straordinaria del rugby al DLF e a Cabanette, il DLF, la Canottieri, la Saves e il Borsalino, il Centogrigio, tutte realtà vive nel campo sportivo e sociale. Poi abbiamo situazioni che vanno assolutamente recuperate come il campo dell’Europa in Pista, il centro di Cascinagrossa e quello di San Giuliano Vecchio da recuperare.
Ci vuole un piano complessivo che sappia promuovere un approccio sistemico.
Perché Alessandria non è più la bella città di un tempo?
Sfruttare gli spazi, rinverdire i parchi, pulire e rimuovere l’indifferenza invertirebbe la tendenza alla sciatteria.
Se cominciamo ad essere più civili, a trasmettere quel senso di responsabilità che purtroppo latita, a usare più severità per chi rovina il bene pubblico, allora forse possiamo farcela.
Lo sport non può essere solo per chi paga quote di iscrizione, c’è bisogno di spazi anche per chi vuole vivere momenti di libero svago con i genitori, con i nonni o con gli amici del cuore… dove li mandiamo?
Quel poco verde nei parchi esistenti spesso è deturpato dall’inciviltà dei proprietari dei cani che non rispettano le regola minime di educazione e civile convivenza.
Più spazi pubblici, più controllo, più rispetto per l’ambiente, più partecipazione e socializzazione, più educazione, possono essere le chiavi per agire e migliorare la nostra città.
Mauro Rizzi, alessandrino, è un allenatore di calcio di lungo corso e molto conosciuto nella nostra città e provincia. Lo ringraziamo per il suo contributo appassionato che pubblichiamo.