
E’ una pericolosa illusione, oltreché facile scusa e solito scaricabarile, sostenere che il bilancio del Comune sia in sofferenza “per colpa del passato”. Se così fosse, in fondo, potremmo tutti tirare un sospiro di sollievo: liquidate le ultime passività rimaste dalla gestione del dissesto avremmo un ente in grado di tornare a investire liberamente facendo riferimento a risorse proprie.
Non è così, purtroppo, ed è bene che si sappia.
Siamo, insomma, alle solite. Manca la volontà politica di guardare in faccia alla realtà perché è difficile dire ai cittadini che il Comune sta spendendo troppo e male in relazione a quel che riesce a incassare e ai servizi che riesce a offrire, in alcuni casi pessimi, a giudicare dallo stato di scarsa cura dell’ambiente urbano, in altri buoni, almeno alle condizioni date.
Pensano, forse, che siccome nella primavera estate 2022 si vota, ci sarà modo di pensarci in seguito. Grave errore. E incombe la prossima rata del piano di riequilibrio; sono altri 4 mln circa che dovranno uscire dall’avanzo 2021. Non dimentichiamo che nel 2020, per recuperare una cifra molto simile, il Comune ha dovuto vendere le farmacie. Andiamo avanti così o la Giunta avrà il coraggio di affrontare il Consiglio comunale e la città dicendo la verità?
Nell’estate del 2017 il centrodestra vinse le elezioni e per un anno e mezzo approvò tutti i bilanci confermando l’impostazione di bilancio adottata fino alla chiusura dell’amministrazione guidata da Rita Rossa, riconoscendo il lavoro fatto nella gestione del centrosinistra. Nel 2019 la Corte dei Conti intervenne duramente sul bilancio del Comune di Alessandria contestando la contabilizzazione del passivo del dissesto formatosi al 31 dicembre 2012, imponendo il piano di riequilibrio pluriennale (approvato definitivamente nel 2020) e determinando un cambio drastico nell’approccio politico, ma direi piuttosto solo polemico, della Giunta Cuttica che da quel momento non ha perso occasione per dire quanto i problemi di bilancio fossero figli del “passato”.
Ma non è così e vediamo perché.
Intanto è giusto partire da un dato. Il 17 ottobre 2016 l’Organismo Straordinario di Liquidazione chiuse la gestione del dissesto consegnando al Comune di Alessandria una massa attiva residua di 104 mln di euro e passività per 64 mln di euro circa, con un saldo positivo quindi intorno ai 40 mln di euro. Oggi, per capire, fermandoci alla parte corrente che è quella ampiamente prevalente, e per assegnare dei numeri a quel “passato”, abbiamo la possibilità di studiare il prospetto dei residui, l’andamento delle passività e delle attività di bilancio, fotografato su una serie storica già molto significativa. I residui attivi e passivi pre 31 dicembre 2016 nella differenza fra il rendiconto 2019 e su quello 2020 ci dicono quanto è stato incassato e quanto è stato pagato nell’ultimo anno (2020); si tratta proprio del presunto peso che deriverebbe dal periodo di gestione fino alla fine del 2016.
Ebbene, il saldo 2020 – 2019, la somma algebrica fra quello che è stato pagato e quel che è stato incassato derivante da poste in entrata e uscita sommate fino a tutto il 2016 (in parte corrente) è stato positivo di circa 400 mila euro. Pertanto sulla situazione di cassa 2020 del Comune il famoso, o famigerato, “passato” ha portato un impatto addirittura positivo.
Preoccupa invece, sempre guardando l’andamento dei residui, l’aumento molto significativo del saldo figlio di una crescita notevole sia degli accertamenti non incassati che degli impegni non ancora onorati. Nonostante il costante aggravio degli oneri passivi (sfiorano gli 800 mila euro mentre erano 300 mila solo due anni fa) dovuto all’utilizzo costante dell’anticipazione di tesoreria (a 365 gg dal 2018 al 2020) che ha portato un misero alleggerimento dei giorni impiegati dall’ente per il pagamento dei fornitori (meno 20, siamo intorno ai 200).
La crescita dei residui attivi e passivi è tutta figlia dell’ultimo triennio quindi non solo ascrivibile all’anno e mezzo di pandemia, men che meno alla vaga categoria del “passato”.
Gruppo Cons. PD e Lista Rossa