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Il progetto prevede la realizzazione di una nuova stazione con binari di capacità elevata (come lunghezza e tonnellaggio) ma in misura ridotta a quanto esistente, pur con sistemi di sicurezza per la circolazione elevati e integrati con la rete ferroviaria. E’ prevista nella zona nord un ampia zona di magazzini o capannoni (con sistemi fotovoltaici per l’autonomia energetica) a dimostrazione della ricerca sempre più pressante di tali strutture.

Daniele Coloris

Di Daniele Coloris

Il progetto definitivo, presentato il 27/6/25, per la riqualificazione e rilancio della vasta area di Alessandria smistamento deve partire da una considerazione precisa: la struttura nel suo complesso originale e tutt’ora in essere, copre una superficie di quasi un milione di mq (960.000) ed è , ormai da anni utilizzata attivamente per non oltre il 25/30 % considerati gli arrivi e partenze treni (completi) e le esigenze del settore manutenzione, il rimante presenta binari, strutture fuori servizio, ampie zone inutilizzate e materiale rotabile in accantonamento. E’ evidente quindi che l’ intervento sulla struttura per esigenze di rilancio del trasporto, urbanistiche e di bonifica sia da considerare positiva.

Il progetto prevede una radicale trasformazione del concetto stesso di scalo ferroviario portandolo a interporto vero e proprio, dove ci sarà intermodalità tra le merci trasportate su ferro e quelle su gomma, a tal proposito saranno realizzati binari affiancati a corsie per i mezzi stradali con apposite gru che trasferiranno le merci da un vettore all’altro,  di movimentazione classica di carri non credo si parlerà, come del resto ormai (purtroppo?) caratteristica generale del trasporto merci su ferro.

Il progetto prevede la realizzazione di una nuova stazione con binari di capacità elevata (come lunghezza e tonnellaggio) ma in misura ridotta a quanto esistente, pur con sistemi di sicurezza per la circolazione elevati e integrati con la rete ferroviaria. E’ prevista nella zona nord un ampia zona di magazzini o capannoni (con sistemi fotovoltaici per l’autonomia energetica) a dimostrazione della ricerca sempre più pressante di tali strutture.

La struttura ferroviaria continuerà ad avere i collegamenti del nodo di Alessandria, quindi direttamente o indirettamente per tutta la rete nazionale e per l’estero. In sede di presentazione è stato indicato un possibile incremento di treni non eccezionale, da 7200  a 8700 annui, che significa passare da 23 giornalieri feriali a 28, a fronte dei circa 70/80 dello scalo anni ’90. In questa proiezione non elevata sta la necessità di intercettare volumi di traffico, soprattutto dai porti liguri,  che il terzo valico e le linee tradizionali potrebbero portare; per il traffico da Vado il passaggio dalla linea Alessandria San Giuseppe Savona ( a semplice binario e con scarsa capacità in termini di peso e dimensioni)  non sembra in grado di portare grandi volumi di traffico.

Il sistema intermodale è integrato da accessi e piattaforme di arrivo e carico/scarico camion da e per i treni, mediante un sistema di gru e, a giudicare, dalle ampie strutture previste per lo stoccaggio merci (i capannoni) è ipotizzabile che la movimentazione merci sia abbastanza ampia, rimane da verificare quanto possa invertire il trend negativo nel rapporto gomma/ferro nel trasporto merci in provincia.

Per quanto riguarda i collegamenti stradali con l’interporto (credo corretto definirlo cosi)  sarà prevista un’uscita dedicata  nella bretella autostradale tra i caselli Alessandria Ovest e Alessandria Sud, in prossimità di Casalbagliano, coincidente e prossima con la parte finale dello scalo. Si eviterà  cosi l’attraversamento della città, che in particolare nel quartiere Cristo avrebbe portato a notevoli difficoltà, situazione scongiurata grazie alle indicazioni e sollecitazioni del Comune di Alessandria.

Di particolare interesse le due riqualificazioni urbane, Nord verso il Tanaro, con la creazione di un parco sport e di un polo culturale e universitario, con riutilizzo delle officine di manutenzione di Trenitalia (che però sono ancora operative e con diverso personale e non è ancora chiaro dove verranno trasferite), aree verdi e boschi urbani piuttosto consistenti e collegamenti ciclopedonali con questa zona

Nella zona sud , di fianco alle strutture sportive del Dopolavoro, in una zona attualmente inutilizzata, verrà di fatto creata una zona che permetterà l’ampliamento del quartiere Cristo, con  tanto di servizi per il quartiere stesso e riqualificazione del DLF

Questa realizzazione comporterà lo smantellamento di quasi tutte le strutture esistenti, in particolare la riallocazione di materiale rotabile in disuso e accantonato e soprattutto l’enorme quantità di binari e traversine in legno, che possono rappresentare un problema ambientale sia per la natura stessa dei materiali, sia per le necessità stessa di trasporto e stoccaggio.

Oltre alle valutazioni esposte e nel confermare un interesse positivo per l’opera, altre osservazioni proposte sono necessarie, innanzitutto la possibilità di portare avanti la proposta di collegare la stazione al quartiere Cristo mediante un sottopasso pedonale in zona DLF estivo, all’altezza dei binari di ingresso allo scalo lato Genova; con l’ampliamento del quartiere previsto e la possibilità di accessi e parcheggi la realizzazione verrebbe ad essere fondamentale per ridurre il traffico intenso in viale Brigata Ravenna e via Maggioli, con benefici ambientali e di tempi di spostamento.

Da ultimo va considerata un intervento presso la stazione passeggeri di Alessandria, il proseguimento della sua riqualificazione e l’eliminazione di strutture fatiscenti.

Daniele Coloris

Assessore Infrastrutture ferroviarie e politiche ambientali

 

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