
In margine all’eclatante protesta (con tanto di incatenamento) di alcuni rappresentanti della politica locale
Davanti al Teatro comunale di Alessandria o, almeno, a quel che ne resta , si sono incontrati diversi amici, prima ancora che rappresentanti politici, che cercano – disperatamente – di riportare l’attenzione sul degrado del nostro bel Teatro Comunale. Una struttura ideata e voluta dalle amministrazioni di Centro-Sinistra degli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo sulle ceneri di ciò che restava dell’antico Teatro “Virginia Marini”. Fatti che tutti gli alessandrini ben conoscono e che ci riportano ai bombardamenti e alle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, a discussioni infinite durate trent’anni sulle possibilità di recupero del Teatro ”Marini”. Meravigliosa arena settecentesca devastata da più ordigni bellici che, purtroppo, non poté essere recuperata. Si arrivò, così, alle decisive scelte che portarono prima la Giunta Mirabelli, poi la Giunta Veronesi, alla edificazione del glorioso Teatro Comunale alessandrino. Usiamo il termine “glorioso” perché fin dalla sua nascita ha sempre avuto una propensione all’apertura culturale, alla formazione delle coscienze, all’istruzione e ai giovani. Oltre che, ovviamente, alla qualità e alla varietà delle proposte culturali messe in atto. Teatro, anzi “gran Teatro”, Musica, Varietà, Cinema, Teatro Ragazzi, proposte culturali di ogni tipo, presentazioni di iniziative di vario genere, ottimo servizio ristorazione/bar, possibilità di utilizzo di sale e salette interne, per corsi o stages di approfondimento. Un mondo magico distrutto in 24 h nell’anno 2010 (con l’allora Sindaco Fabbio) a causa di un incauto lavoro al sistema di riscaldamento e alla successiva dispersione di polveri amiantifere che hanno impestato tutti gli spazi possibili della struttura.
Di lì il degrado, di lì il continuo saliscendi tra chi tentava di recuperare qualcosa , di mettere in sicurezza, di assicurare alla città di Alessandria almeno un po’ di “cultura” di qualità e chi – disgraziatamente – faceva dell’ignavia e dell’incuria la sua prassi giornaliera. Ma sentiamo direttamente i protagonisti di questa iniziativa.

Cominciamo da Renato Kovacic.Renato, come mai siamo qui oggi (29 giugno 2021)?
-“Siamo qui (davanti ai cancelli chiusi) e abbiamo voluto incatenarci perché non si può avere un teatro, patrimonio della città , che sta andando praticamente al macero. All’interno del teatro la situazione è da non credersi, addirittura ci sono piante che crescono dalle pavimentazioni e dagli interstizi. Noi oggi siamo qua, io (Renato Kovacic), Vincenzo Costantino e Paolo Berta per riaffermare quanto già detto in più occasioni: il teatro di Alessandria deve riaprire. Aggiungo che se questo Sindaco (di Alessandria) non è in grado di gestire il Teatro, la Piscina Comunale (solo per fare alcuni esempi) deve andare a casa. Noi cerchiamo un Sindaco che abbia la capacità e la cultura di tenere aperto il Teatro, la piscina e sia in grado di riparare le buche delle strade.”

Paolo Berta, presidente associazione IDEA, da diverse consiliature presente e attivo in Consiglio comunale, invece, sulla questione, quale opinione ha?
“Grazie per la presentazione ma ci tengo a dire che io sono un volontario prestato alla Politica. Ricordiamoci che qui da undici anni per colpa di qualcuno che ha gestito male la vicenda amianto (ha un nome: Giunta Pier Carlo Fabbio) è iniziato tutto. Da tenere conto che nonostante il “pasticciaccio” iniziale si è avviata una corretta azione di bonifica…”
Redazione – ….”Bonifica condotta in maniera ottima, pare”….
“Certo. Con la riapertura in sicurezza e in piena fruibilità della Sala Ferrero e della Sala Zandrino, quando c’era Rita Rossa Sindaco, quindi dal 2012. Invece dal 2017 tutto è stato chiuso senza una vera spiegazione. Perciò ora siamo tornati indietro miseramente, nell’abbandono più totale. Ad un anno dalle elezioni il Sindaco (Cuttica) ci viene a dire che ha delle idee innovative per riaprire il Teatro, senza spiegarci come. Si tratta, a mio parere, delle solite promesse elettorali assurde. Una situazione paradossale che a me dà molto fastidio, fa molto male, perché questo era il luogo migliore dove era possibile vedere/partecipare a spettacoli, occasioni di cultura, a carattere cinematografico, teatrale di livello, musicali dal vivo, anche con grandi formazioni. Ebbene … da undici anni le persone con disabilità motoria non possono più accedere a luoghi di qualità adeguatamente serviti. E, ovviamente, insieme a loro tutta la cittadinanza, che si chiede cosa succederà di questo contenitore.”
Redazione – … Vero. Perché erano stati predisposti servizi e facilitazioni ad hoc per i diversamente abili e già ne aveste occasione di parlare (…discutere e portare a concretezza) una quindicina di anni fa in Commissione consiliare comunale… “Assolutamente sì. L’ingresso era garantito al piano terra, così come tutti i passaggi ai piani (inferiori e superiori) erano dotati di sistemi idonei con trasporta-persone o ascensori. Stessa cosa vale per i servizi igienici, a norma e – a volte – addirittura in anticipo rispetto al recepimento delle normative EU. Insieme alla allora Direttrice Anna Tripodi (*) si predispose un sistema specifico di “facilitazione” nelle due ultime file finali delle sale principali grazie ad uno specifico servizio per i disabili ed i loro accompagnatori.”
Redazione – … (*) Anna Tripodi che ci ha lasciato prematuramente , purtroppo, da qualche anno e di cui è presente il marito, Valentino, qui con noi oggi.
“E lo ringrazio di questa significativa presenza. Tra l’altro le rampe di cui si parlava prima, non interessavano solo gli accessi esterni, i corridoi e gli scaloni, ma anche le salite interne ai palchi. Fatto, questo. non sempre scontato che ha permesso a molti artisti con disabilità di muoversi -per lavoro – all’interno delle strutture ed ha garantito la possibilità di svolgimento di manifestazioni, premiazioni, tavole rotonde e altro con presenza mista di persone anche diversamente abili. Oggi, in questa città che comunque mantiene una numerosità relativa consistente di più di novantamila abitanti, non ci sono strutture adeguate con pari servizi per chi ha problemi”.– Cosa si dovrebbe / potrebbe fare per invertire questo trend negativo?
“Preciso che io non parlo solo a titolo personale ma rilancio quanto più volte segnalato dal partito di cui faccio parte (il Partito Democratico) e riprendo volentieri quanto fu ben espresso dal già Sindaco Gianluca Veronesi intervenendo con l’apertura di una paratia (in pratica…una porta esterna) verso i giardini Stazione in modo da utilizzare il grande spazio della Sala Grande per iniziative estive. Proposta sicuramente possibile nei mesi tra aprile ed ottobre. Sono indignato (sic) dal fatto che nessuno della Giunta gli abbia risposto né sui media né tanto meno in Commissione specifica consiliare”.
Torniamo a Renato Kovacic. Caro Renato , sei un po’ l’ideatore, il promotore di questa iniziativa che vi vede “incatenati” alla storica struttura del Teatro. Come ti è venuta questa idea?
“Avevo letto sui media (anche su alcuni “social”) un intervento del presidente dell’associazione “Città Futura” Renzo Penna e, partendo da quello spunto, contattai lo stesso Penna, molti consiglieri comunali, amici, amiche, persone di cultura più o meno note in città, per promuovere una iniziativa di sensibilizzazione. Proprio in quel periodo (non più di due mesi fa) uscì in buona visibilità un servizio video di Mirko Ferretti che ha ripresentato quel che già noi sapevamo ma che molti hanno rimosso. Di lì è nata l’idea di una azione eclatante, appunto di un “incatenamento”, che ricordasse il danno subito e le beffe successive. Una città senza cultura muore.”
Sono presenti anche Ciro Fiorentino, Renzo Penna e Vincenzo Costantino che con forza ribadiscono quanto già segnalato dai due intervistati. Soprattutto la grave situazione derivante dal non sapere o non volere uscire da una impasse che, tutti sanno , è di origine organizzativa. La gestione del teatro negli ultimi anni di vita dello stesso, a partire dalla Giunta Scagni e con l’affidamento alla direzione a Franco Ferrari nei primi anni Duemila, ha sempre dovuto fare i conti con deficit consistenti. I bilanci di gestione per più di dieci anni hanno segnato conti in rosso intorno al milione annuo, non recuperabile con pochi spettacoli di grido e dalla gestione routinaria del servizio Cinema. Non si riuscì allora a trovare un equilibrio e, con malizia ….diciamo, “ci pensò una punta di piccone incauta” a mettere le cose a posto. Cioè a ibernare il tutto. A quando il bacio del principe azzurro?
Ma l’incontro non finisce qui, perché i nostri interlocutori desiderano riprendere ancora alcuni argomenti e noi, ben volentieri li accontentiamo.
Comincia, questa volta Paolo Berta.Ci pare però che ci siano ancora altre questioni in ballo che vi stanno a cuore…
“Altro argomento per cui varrebbe la pena incatenarsi (e se ce ne sarà bisogno lo rifaremo) è quello dell’assoluta mancanza di servizi igienici pubblici in Alessandria. Un problema che riguarda tutti e non solo i diversamente abili. La pandemia – termine che tutti abbiamo imparato a conoscere – ha fatto capire a molte persone cosa significa non poter entrare nei bar per poter espletare i propri bisogni. Di questo argomento ha trattato anche il presidente della Provincia di Alessandria facendo presente che peri lunghi spostamenti, per esempio verso Torino c’era una sosta obbligata in uno degli autogrill precedenti il capoluogo di regione vista l’impossibilità in tempo di Covid di utilizzare servizi presso i bar torinesi.”
Sono state fatte delle segnalazioni, presentate delle mozioni o altro?
“Di iniziative pubbliche e private ne abbiamo fatte mille, anche con Giunte differenti per colore, ma il risultato è stato pari a zero. Ormai mi sono convinto che ci sono dirigenti a livello di struttura comunale che non li vogliono realizzare, perché una trentina di anni fa ne fu realizzato uno davanti alle Poste in Piazza della Libertà ma ci fu un piccolo inconveniente. Infatti una persona vi rimase chiusa dentro. Da allora la struttura tecnico amministrativa, specie nella persona dell’ing. Marco Neri, si è rifiutata di riproporre il servizio alla città. Tra l’altro abbiamo ormai una tecnologia tale che, oltre a non permettere più incidenti come quello avvenuto a inizio servizio e che poi è servito per chiuderlo, è totalmente automatizzata, con servizio autopulente e diversi sistemi di allarme e pronto intervento, oltre alla classica “apertura di emergenza”. Ci sono grandi città italiane dotate di queste meraviglie tecnologiche a noi vietate, tra l’altro prodotte da aziende italiane di Milano e Sassuolo (fra le altre).
Ci puoi spiegare brevemente il funzionamento?
“Si mette una monetina (di solito 50 cent o un euro al massimo), si accede in un vano attrezzato con accesso facilitato ai servizi igienici. Ci sono anche modelli con fasciatoio per i bambini e, cosa non secondaria, comodi appendiabiti. Tutti gli elementi in acciaio per maggiore sicurezza e facilità di pulizia ma, soprattutto, per evitare danneggiamenti o imbrattamenti. Alla fine, come detto, vi è un flusso d’acqua forzato con un sistema autopulente e, ancora, una efficace sessione di asciugatura finale. Ho potuto fare questa importante esperienza in diverse città, a Torino, a Milano, a Nizza in Francia. Strutture sempre prodotte da aziende italiane che ne curano progettazione , installazione e manutenzione.”
E per la nostra città, Alessandria, nulla?
“E’ proprio lì che volevo arrivare. Avevo tentato con altri consiglieri di convincere il vicesindaco di allora (eravamo al 2015 o al 2016) Giancarlo Cattaneo della bontà della proposta. Ci fu assicurato che gli uffici si sarebbero messi in contatto con le aziende produttrici per fare rientrare progettazioni e lavori specifici nel P.I.S.U. ma non se ne fece nulla. Fra le altre proposte di collocazione c’era quella importante (e “vissuta”) del Parco Italia ma l’ing. Neri si espresse in termini negativi e tutto finì in una bolla di sapone o, riprendendo la metafora precedente, tutto fu coperto da un manto di polvere e oblio in attesa di qualche magico “Godot”.
Ancora una volta Alessandria “città ferma”, città bloccata da mille condizionamenti che, a parole vorrebbe fare ma che, inesorabilmente, deve fare i conti con la realtà. Questa è solo la prima di una serie di approfondimenti che fare insieme e che dovrebbero servire da canovaccio per riprendere questioni delicate e mai risolte. Il prossimo appuntamento riguarderà la “possibile perfetta combinazione tra traffico ben regolato, piste ciclabili, servizi pubblici, parcheggi, ZTL tenendo conto delle esigenze di tutti”. Il titolo sarà tutto un programma “Magia in città”. Quello immediatamente successivo riguarderà invece la ventilata nuova raccolta differenziata a badge con riflessioni su quanto è stato fatto nel recente e remoto passato per gli RSU e per i sistemi di riciclo vero. Il titolo, anch’esso evocativo sarà, “Uh…il rifiuto non c’è più”. Preparatevi perché vi vogliamo reattivi, visto che questa è la città di tutti, la nostra città con tutto il suo circondario, l’unica che abbiamo.