La notizia dei venti posti per il corso di Fisioterapia (Upo – Medicina) al Borsalino è molto positiva. Occorre tuttavia che questa novità di prospettiva vada a integrare migliori condizioni di offerta dei servizi sanitari messi a disposizione da Azienda ospedaliera e ASL.
Mi spiego: affinché un domani il beneficio si diffonda anche ai cittadini occorre che le nuove professionalità formate sul territorio possano essere usate per un disegno sanitario completo e profondo.
Oggi chi entra in ospedale e deve affrontare un percorso riabilitativo post operatorio, a meno che non rientri nella ristretta casistica dei problemi trattati al Borsalino, non ha nessun servizio. Non lo fornisce la Continuità assistenziale che è esclusivamente un dignitoso ponte prima del ritorno a casa, quando possibile, privo di attività mirate al recupero funzionale del paziente.
Il servizio viene fornito dai privati e basta, a casa o in struttura, sempre che le condizioni economiche dell’interessato lo consentano.
Uno staff di operatori preparati all’interno dell’ospedale e a disposizione dei servizi territoriali sarebbe necessario per offrire ai pazienti una speranza di uscita dal periodo post operatorio con qualche strumento in più per un ritorno a casa, come e quando possibile, in condizioni di autosufficienza minima. Prima di partire dovremo chiederci su quale tipo di Fisioterapia s’investe e soprattutto per chi?
Giorgio Abonante