
“In molte delle democrazie consolidate dell’Europa e del Nord America, le alternative populiste alla governance democratica stanno guadagnando popolarità e potere politico. Nel tentativo di dare un senso a questi sviluppi, sostengo, a differenza di molti, che l’ascesa del populismo non è semplicemente una risposta passeggera a circostanze fluttuanti come la recessione economica o l’aumento dell’immigrazione e quindi a un momentaneo arretramento nel progresso verso una sempre maggiore democratizzazione. Suggerisco invece che gli sviluppi attuali riflettano una sottostante debolezza strutturale insita nel governo democratico, che rende le democrazie sempre suscettibili al richiamo della sirena del populismo di destra. La debolezza è la relativa incapacità dei cittadini delle moderne democrazie multiculturali di soddisfare le esigenze che il sistema politico impone loro. Attingendo a un’ampia gamma di ricerche in scienze politiche e psicologia, sostengo che i cittadini in genere non hanno le capacità cognitive o emotive richieste.
Quindi sono tipicamente lasciati a navigare nella realtà politica che è mal compresa e spaventosa. Il populismo offre una visione alternativa della politica e della società che è più facilmente comprensibile e più soddisfacente dal punto di vista emotivo. In questo contesto, suggerisco che man mano che le pratiche in paesi come gli Stati Uniti diventano sempre più democratiche, questa debolezza strutturale è più chiaramente esposta e consequenziale, e la vulnerabilità della governance democratica al populismo diventa maggiore. La conclusione è che la democrazia rischia di divorare se stessa. Nella speranza che non sia così, considero brevemente i tipi di cambiamenti istituzionali necessari per facilitare lo sviluppo della democrazia cittadina richiesta.”
Ho solo tradotto il “brief abstract” del saggio breve scritto da politologo americano Shawn W. Rosenberg, in cui egli evidenzia che la complessità dell’attuale sistema democratico incontra una sempre e più crescente difficoltà all’interno del perimetro sociale e politico d’appartenenza. Secondo una recente indagine statistica condotta negli USA – così afferma Rosenberg – sulla psicologia dei singoli, una gran fetta dell’elettorato non possiederebbe le adeguate capacità cognitive tali da capire la dimensione istituzionale e valoriale di un corrente regime democratico.
E’ di fatto una tesi distopica che da alcuni anni serpeggia anche in molti saggi di politica socio-economica anglosassone. Martin Wolf, il noto editorialista del FT, d’orientamento liberale, nel suo ultimo celebrato libro “The Crisis of Democratic Capitalism”, benché l’autore nelle sue sudate 500 pagine si spenda nel trovare una soluzione ai danni provocati da 40 anni di capitalismo incontrollato, la cita come un temuto spauracchio finale.
La tesi secondo Rosenberg, almeno per quanto concerne gli USA, consiste nel fatto che, malauguratamente, una grande area di consenso popolare, cui possiamo identificarla con l’appellativo di “populismo di destra”, rigetta d’istinto le “raffinate” sottigliezze democratiche per abbandonarsi alle sirene di coloro che fischiano l’emotivo mito dell’identità nazionale americana, presumibilmente di razza bianca. Sebbene il saggio – in allegato – sia totalmente incentrato sulla società statunitense, l’autore fa palesare che la tendenza stia strisciando di soppiatto anche nelle supposte ricche società occidentali europee. Sarà vero?
fg
Democracy Devouring Itself:
The Rise of the Incompetent Citizen and the Appeal of Right Wing Populism
Shawn W. Rosenberg
Political Science and Psychology Science
University of California, Irvine
In Psychology of Political and Everyday Extremisms. Domenico Uhng Hur & José Manuel Sabucedo (Eds.), forthcoming
https://www.academia.edu/38564962/Democracy_Devouring_Itself_The_Rise_of_the_Incompetent_Citizen_and_the_Appeal_of_Populism_docx