Essere guariti dalla “aberrazione” trumpiana non vuol dire che non ci potremo ancora ri-infettare, afferma Robert Reich: il tutto dipende dalle politiche che adotteremo in futuro. Qualora tornassimo a ciò che in passato definimmo come “normalità”, allora il pericolo di ritrovarci con un qualche Trump all’ennesima potenza è quasi certo. Joe Stiglitz, meno enfatico ma più puntuale afferma[1] “Tornare alla cosiddetta “normalità” non significa tornare al neoliberismo…per quanto riguarda il commercio internazionale e molti altri aspetti (finanza), quella che fu l’impalcatura delle politiche economiche del 21° secolo, nonché la sua finalità, necessita di essere rivista e riformulata. Non è chiaro quanto a lungo Joe Biden percorrerà questa strada”. Ciò è perfettamente coerente con il suggerimento di Mariana Mazzucato “non si deve ricadere nella precedente situazione come se nulla fosse accaduto (business as usual)”.
Se qualcuno pensa che questo sia solo un problema “americano”, ebbene sbaglia di grosso. Reich non ha fatto altro che riproporre, forse inconsapevolmente, una annotazione critica[2] di Antonio Gramsci – estratta da Passato e Presente – nei confronti dei fautori del “meno peggio”, secondo cui ‘Il concetto di “male minore” o di “meno peggio” è uno dei più relativi. Un male è sempre minore di uno susseguente maggiore e un pericolo è sempre minore di uno altro susseguente possibile maggiore”. Come dire che il “meno peggio” può essere la causa del peggio.
Beware going ‘back to normal’ thoughts – normal gave us Trump
Fatigued by the coronavirus and Trump, the idea of going back to normal is seductive – we must guard against it
Robert Reich
Sun 29 Nov 2020 06.00 GMT
“La vita tornerà alla normalità”, ha promesso Joe Biden giovedì in un discorso del Ringraziamento alla nazione. Stava parlando della vita dopo il Covid-19, ma si potrebbe perdonarlo se pensasse che stesse facendo anche una promessa sulla vita del dopo Trump. È quasi impossibile separare le due cose. Nella misura in cui gli elettori hanno consegnato un mandato a Biden, è stato quello di porre fine a entrambi i flagelli e rendere di nuovo normale l’America.
Nonostante la triste ripresa del Covid, il dottor Anthony Fauci – il funzionario della sanità pubblica che Trump ha ignorato e poi messo la museruola, con il quale lo staff di Biden sta ora conferendo – è sembrato prudentemente ottimista la scorsa settimana. I vaccini consentiranno “un graduale accumulo di maggior normalità con il passare delle settimane e dei mesi mentre ci avviciniamo al 2021“.
Normale. Si poteva quasi sentire il gigantesco sospiro di sollievo dell’America, simile a quello udito quando Trump ha implicitamente ammesso la legittimità del risultato elettorale consentendo l’inizio della transizione. È confortante pensare che entrambe le situazioni, quella del Covid e di Trump, siano state intese come intrusioni nella normalità: una sorta di aberrante devianza rispetto alla prevalente routine del passato.
Quando Biden si candidò per la corsa presidenziale lo scorso anno, disse che la storia nel voltarsi indietro avrebbe [giudicato] Trump come a un “momento aberrante nel tempo“. La fine di entrambe le anomalie evoca un’ex America che, al contrario, potrebbe apparire tranquilla e sicura, persino noiosa. Trump ha definito Biden “l’essere umano più noioso che abbia mai visto“, e agli americani sembra che stia bene così.
Le prime scelte di Biden per il suo gabinetto e il personale senior si adattano allo stesso stampo – “scelte noiose“, ha twittato Graeme Wood dell’Atlantico (riferendosi al team di politica estera di Biden), “personaggi, che se li scuotessi e li nominassi nel cuore della notte in qualsiasi momento dell’ultimo decennio, si presenterebbero ai loro nuovi incarichi e inizierebbero a lavorare con competenza entro l’alba ”. Hallelujah.
Tutti i suoi designati, tra cui Janet Yellen per il Tesoro e Anthony Blinken per il Segretariato di Stato, sono esperti e competenti – rincuoranti, soprattutto dopo le squadre d’idioti [nominate] da Trump. E sono accettabili sia per i democratici tradizionali sia per i progressisti. Si distinguono anche per la loro capacità di non distinguersi. Non c’è nessuna testa calda tra loro, né Elizabeth Warren né Bernie Sanders (almeno non finora).
Per le stesse ragioni, è improbabile che suscitino una forte opposizione da parte dei repubblicani, una necessità per la loro conferma al Senato, nello specifico qualora i democratici non riuscissero a vincere i due ballottaggi del Senato in Georgia il 5 gennaio. Ed è improbabile che il ritorno alle urne richieda una eccessiva attenzione da un pubblico esausto e diviso.
Noioso, rassicurante, normale: questi sono i grandi punti di forza di Biden. Ma deve stare attento. Potrebbero anche essere le sue grandi debolezze. Questo perché qualsiasi ritorno alla “normalità” sarebbe disastroso per l’America.
Il normale ci ha portato Trump. Il normale ci ha portato il coronavirus.
E’ normale che da quattro decenni vi sia una stagnazione salariale e una disuguaglianza crescente, quando quasi tutti i guadagni sono andati al vertice?
E’ normale che per 40 anni le reti di protezione siano state fatte a pezzi e con esse un sistema sanitario il più costoso al mondo ma il meno adeguato?
E’ normale che si assista a una crescente corruzione della politica con [l’elargizione] di grandi somme di denaro: un sistema economico truccato dai e per i ricchi?
E’ normale che stia peggiorando la brutalità della polizia?
E’ normale l’avvento di un cambiamento climatico che ora rasenta la catastrofe?
E’ normale che da anni vi sia un Partito Repubblicano che sopprima attivamente i voti delle minoranze e abbracci i suprematisti bianchi?
E’ normale che un partito democratico da anni abbandoni la classe operaia?
Considerato il percorso verso il quale eravamo avviati, Trump e Covid non erano aberrazioni. Erano [conseguenze] inevitabili. Il momento in cui ci troviamo ora – con Trump praticamente scomparso, Biden che assembla il suo gabinetto e la maggior parte della nazione che inizia a provare un po’ di sollievo – è una tregua temporanea.
Se le tendenze di fondo non cambiano, dopo Biden potremmo avere tipi come Trump a perdita d’occhio. E crisi sanitarie e ambientali che fanno del coronavirus un altro passo verso l’Armageddon.
Da qui il paradosso. L’America vuole tornare a una rassicurante normalità, ma Biden non se lo può permettere. La compiacenza sarebbe mortale. Egli deve tanto calmare le acque quanto rimescolare il tutto.
È un errore vedere questa sfida come placare l’ala progressista del partito democratico. Si tratta di affrontare problemi che sono peggiorati per decenni e se tralasciati per molto tempo saranno enormemente distruttivi.
Quindi la domanda è: in un’America esausta e divisa che vuole disperatamente un ritorno alla normalità, dove Biden troverà l’energia e la volontà politica per cambiamenti coraggiosi così imperativi?
https://www.theguardian.com/commentisfree/2020/nov/29/beware-going-back-to-normal-thoughts-normal-gave-us-trump?fbclid=IwAR34zXhbODnNbwTzPlSpqJLKdt6_e3DOzDuTFcDKMhAh0I_rwxtgx0JPn4g
[1] https://www.project-syndicate.org/commentary/yellen-us-economic-recovery-after-covid-pandemic-by-joseph-e-stiglitz-2020-12?utm_source=facebook&utm_medium=organic-social&utm_campaign=page-posts-december20&utm_post-type=link&utm_format=16%3A9&utm_creative=quote-card&utm_post-date=2020-12-02&fbclid=IwAR0aDEvEVYtYjLBcEZKHIT-cS2VXwiEGfcwMYXdzDGPVhuldfWNQTBqVYvM
[2] Passato e Presente, Antonio Gramsci, ER, 1975, pag. 252.