
Quando percorriamo le strade della nostra città ci accorgiamo che molti spazi non sono pensati a nostra misura e che al centro della dimensione urbana non sempre vi è la persona, con i suoi bisogni, le sue potenzialità e le sue preoccupazioni.
Ecco perché dobbiamo impegnarci per progettare e costruire insieme una città in cui le persone siano le protagoniste.
Per rendere Alessandria una città vivibile bisogna aver cura dei suoi spazi pubblici – oggi spesso trascurati – e considerare che si tratta di beni comuni, meritevoli di attenzione e dei necessari investimenti. Del resto, “i beni comuni sono quelli di cui più persone usufruiscono, dai marciapiedi ai grandi parchi: è paradossale che in economia abbiano ancora così poca attenzione”[1]. Nella dimensione cittadina, attraverso una buona azione amministrativa fondata sulla cura e sulla progettualità, possiamo fare la differenza.
È in questo modo che si può dar vita a una città in cui sviluppo e sostenibilità possano progredire insieme, generando occasioni di crescita (economica, sociale, culturale) e un miglioramento della qualità della vita. Perciò, è fondamentale la progettualità, accompagnata e guidata da un’amministrazione pubblica che sappia essere protagonista, oltreché capace di coinvolgere la cittadinanza in una dimensione urbana democratica e partecipativa.
Anche a livello cittadino possiamo impegnarci, con obiettivi di breve e di lungo periodo, per trasformare una porzione del nostro pianeta e per far crescere il territorio in cui viviamo sul piano dello sviluppo economico e, allo stesso tempo, su quello della giustizia e della sostenibilità sociale e ambientale. “Passare da un modello di estrazione del valore a uno di creazione del valore”[2] è possibile e urgente anche nella realtà cittadina.
Se davvero vogliamo fare di Alessandria una città con una migliore qualità della vita dobbiamo rispondere alle esigenze della cittadinanza e impegnarci nel dare valore alla ricchezza potenziale del nostro territorio.
È fondamentale dedicare attenzione, investimenti e cura concreta ad ogni area della città, occupandosi del centro e delle periferie, talora, da tempo, anche centrali.
Se ci incamminiamo a piedi verso il centro storico, partendo dalla circonvallazione e dal nostro stadio Moccagatta, percorse alcune vie arriviamo in piazza Santa Maria di Castello, poi, proseguendo lungo via Verona, via Volturno, via don Alessandro Benzi, via Sappa, ci troviamo nel pieno del centro quasi-scintillante, a un passo da piazza della Libertà. Via Migliara è diversa da via Verona. La distanza metrica è poca; le altre colmabili distanze sono più profonde.
Proseguiamo lungo via San Giacomo della Vittoria: si alternano, qui come in altre zone della città, benessere, bellezza e trascuratezza. Sempre presenti, poi, anche qui, macchine, furgoni, furgoncini, in movimento o in fermata, talora col motore acceso.
Se ci spostiamo all’interno del Cristo, come in diversi quartieri cittadini, troviamo aree trascurate dalle amministrazioni accanto a spazi urbani vivi e fecondi come, ad esempio, gli orti urbani del Forte Acqui. Nelle vie centrali percorse prima troviamo luoghi di socialità e condivisione che le arricchiscono e che esistono grazie all’impegno di chi il quartiere lo vive in modo attivo e quotidiano: penso, tra le altre, tornando a via Verona, all’Aula Studio Porto Idee e alla storica Casa di Quartiere.
Oltre alle contraddizioni interne alle singole zone, vi sono poi differenze, anche materiali, tra quartieri, sobborghi e rioni alle quali bisogna porre rimedio.
Non è forse un diritto di ciascuno – oltreché una scelta razionale per una città che aspiri ad essere vivibile e al passo coi tempi – poter accedere a un servizio di trasporto pubblico locale efficiente e moderno?
Se osserviamo la nostra città – ascoltando e coinvolgendo chi la abita e la vive, studiando per fornire soluzioni concrete e valorizzando tanto la ricchezza storica, artistica e naturale del territorio in cui ci troviamo quanto l’impegno delle realtà e delle associazioni che qui sono attive e che continuano a fare la propria parte per rispondere ai bisogni della città, talora riempiendo i vuoti lasciati dalle amministrazioni pubbliche – non possiamo che trovarci di fronte a bisogni e ad aspirazioni cui è necessario dare una risposta pubblica, sostanziale e collettiva.
Rendendo concreto il valore della solidarietà – che non riguarda tanto “i buoni sentimenti”, ma che ha a che fare invece “con una pratica sociale che favorisce i legami tra le persone”[3] – possiamo cominciare a farlo occupandoci di commercio, qualità dell’aria, teatro, ciclabilità, diritto alla casa, sistema di raccolta dei rifiuti, sviluppo economico e logistico. Tutti temi, questi, che possono sembrare tra loro isolati, ma che sono invece alcuni dei tasselli necessari e dei profili di impegno decisivi per un’amministrazione progressista, protagonista e ben calata nel presente, con uno sguardo progettuale e concreto al futuro.
Così, potremo costruire una città capace di crescere, una città in cui si possa vivere meglio, una città che sappia mettere al centro la persona, riconoscendone il valore.
Nicolò Ferraris
[1] Luigino Bruni.
[2] Mariana Mazzucato.
[3] Stefano Rodotà.