(magari)

di Leonello Tronti
Vedo che Armando Malta ha sposato la campagna di Matteo Renzi, e ora anche di Matteo Salvini, contro il Reddito di cittadinanza. Me ne dispiace, perché le critiche si concentrano sul fatto che il RdC non ha creato lavoro. Ma proprio per questo sono critiche sbagliate.
L’obiettivo principale del RdC è quello di attenuare la sofferenza delle persone e delle famiglie in condizioni di grave carenza economica, che siano o no in condizioni di lavorare.
In seconda battuta si colloca l’obiettivo di spingere i percipienti a cercare un lavoro attraverso gli uffici di collocamento, favorendo l’ampliamento della partecipazione al mercato del lavoro.
E quindi, in terza battuta, l’obiettivo di trovare per quanto possibile a questi un impiego nel privato o in una sorta di LSU organizzati dai Comuni.
La principale debolezza del RdC sta in questo terzo obiettivo, di cui però andrebbe parlato solo con esplicito riferimento alla crisi del coronavirus – che l’anno scorso ha fatto perdere all’Italia l’8,9% del reddito – e con le note difficoltà dei Comuni di gestire i LSU anche in tempi di prosperità.
È di questo che bisogna parlare, e della debolezza dei servizi pubblici per l’impiego, sottodotati e drammaticamente sottodimensionati.
E se il RdC ha aiutato in qualche misura ad alzare il salario di accettazione, in un Paese piagato da decenni da una questione salariale che non ha parallelo in Occidente, non ha fatto che bene.