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Per me è un grande onore essere qui e condividere con tutti Voi la cerimonia del ricordo del Capitano Bruno Pasino, Medaglia d’Oro al Valor Militare, e degli altri tre Partigiani Combattenti — Giacomo Colonna, Osvaldo Caldana, Maurizio Guichard — caduti a Casalbagliano il 30 Gennaio 1945.

Un ringraziamento sentito va all’ ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, all’Istituto del Nastro Azzurro e dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra rappresntata oggi dal Presidente Mario Pasino un saluto va, inoltre, al Presidente della Provincia Lugi Benzi, al vice Presidente del Consiglio Comunale Daniele Coloris e al Sindaco del Comune di Solero Andrea Toniato, con i quali condividerò questa giornata.

Bruno Pasino era nato a Solero  il 10 maggio 1916, dopo l’8 settembre 1943 prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza alessandrina con il nome di battaglia di “Amilcare”.

Al comando della 3  Brigata della VIII Divisione “Giustizia e Libertà”, il giovane combatté valorosamente nella valle del Tanaro. Nel corso di un’azione di guerriglia, “Amilcare” fu catturato dai tedeschi.

Tradotto nel carcere di Alessandria, vi fu torturato per giorni, senza che i suoi aguzzini riuscissero a strappargli informazioni.

Prelevato dalla prigione con i partigiani Giacomo Colonna, Osvaldo Caldana e Maurice Guichard, “Amilcare” fu trucidato in aperta campagna, nei dintorni di Casalbagliano, con i suoi compagni.

La motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare così ricorda il sacrificio di Bruno Pasino: “Dopo l’armistizio, con fedeltà e decisione, intraprendeva la lotta di Liberazione organizzando la resistenza nella valle del Tanaro e dando vita ad una Brigata di partigiani che comandava valorosamente. Comandava numerose azioni di guerriglia e di sabotaggio, particolarmente distinguendosi nell’insidiare il traffico stradale e ferroviario del tedesco fra Asti ed Alessandria.

Caduto durante un’azione in mani nemiche, affrontava con fermo ed esemplare contegno venti giorni di interrogatori e di atroci torture nulla rivelando.

Massacrato in un bosco, chiudeva da prode la vita spesa nel servizio degli ideali di libertà e di Patria”.

Dopo la Liberazione, l’Università di Torino – presso la quale prima della chiamata alle armi frequentava l’ultimo anno di Scienze politiche -ha conferito alla memoria di Bruno Pasino la laurea “ad honorem”, e nel suo paese natale gli fu intitolata una via.

Io credo convintamente che Bruno Pasino, Medaglia d’Oro al valor Militare non vorrebbe da noi retoriche celebrazioni, ma desidererebbe offrirci occasioni di approfondimento, di confronto , di riflessione che permettano di conoscere quei fatti e ci conducano a pensare convintamente che l’unica rivincita sulla storia deve essere la pace.

L’obbiettivo non può essere portare avanti guerre finchè non si veda sul campo chi è il vinto e chi il vincitore perché questo ci consegnerebbe rischi drammatici.

Quando la politica diventa prevaricazione sul nemico, contro il diverso, contro il più debole allora ecco può risvegliarsi l’aggressività che purtroppo è insita nell’uomo.

Teniamo sempre ben presente qual’è il compito delle istituzioni, della scuola, di ciascuno di noi, è quello di mettere argine a quell’aggressività, il compito è rendere l’uomo più umano, più solidale. Cominciamo da qui per rivolgerci alle nuove generazioni, preservando la memoria storica e promuovendo una società fondata sul rispetto, sull’eguaglianza e sull’inclusione.

Per tutte queste ragioni è importante la nostra presenza qui oggi, perché il primo passo per costruire una società migliore è quello di non dimenticare gli errori del passato.

La memoria è fondamentale perché a differenza del ricordo, non rappresenta solo un’immagine di qualcosa che è stato, ma ne fissa l’idea generando cultura, conoscenza e alimentando la riflessione comune.

La lotta contro il fascismo ci ha consegnato la nostra cara democrazia fondata sull’affermazione dell’uguaglianza, degli eguali diritti e dignità di tutti, nazioni, popoli, quindi la cura degli altri è la prima forma della cura di sé, la comunità più sicura è quella in cui nessuno è lasciato solo, in cui ciascuno di noi fa un passo avanti solo se si volta indietro per tendere una mano a chi è in difficoltà e allora lasciatemi ricordare l’Articolo 3 della nostra Costituzione che è un articolo, così prezioso, che ci ricorda che tutti i cittadini, tutti, hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni sociali, questa è la democrazia.

Noi sentiamo pietà e dolore per tutti i morti di allora ma lasciatemelo dire il ricordo riconoscente lo sentiamo per quelli che morirono per un sogno per un ideale, per una battaglia giusta, quelli che ci hanno consegnato le nostre libertà , siamo liberi di essere ciò che siamo grazie a loro.

La memoria non deve essere esercizio di rito ma sforzo quotidiano .

Quindi scegliamo sempre di mobilitarci, di non essere indifferenti , di prendere parte di essere partigiani.

Celebrazioni come questa donano forza propulsiva alla nostra democrazia , democrazia e emancipazione sociale devono darsi la mano perché l’una non può esistere senza l’altra , se la democrazia non mantiene la promessa sociale deperisce, perde fascino non trasmette valore alla vita di ognuno di noi.

Noi siamo fatti di memoria, alimento principale della nostra anima e del nostro essere.

La memoria si nutre anche di studi rigorosi, di archivi, di documenti e di chi sa consultarli con passione e competenza un ringraziamento doveroso, quindi, va all’Isral Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea in Provincia di Alessandria, all’Associazione Memoria della Benedicta, alle Anpi presenti all’interno dei nostri comuni al Laboratorio Civico della nostra città..

La memoria è la coscienza di ciascuno di noi, arricchisce la nostra capacità di comprendere e agire.

Accompagniamo allora le nostre figlie e i nostri figli, le nostre studentesse e i nostri studenti, a visitare i luoghi della resistenza, a leggere i nomi delle persone che caddero in quei giorni per consegnarci libertà, la democrazia e valori di solidarietà

Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo.

Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.

Guardare indietro allora è un po’ come rinnovare i propri occhi, risanarli, renderli più adeguati alla loro funzione primaria.

Roberta Cazzulo

Assessore Personale, Pari opportunità, Politiche sociali, Lavoro e formazione professionale, Tutela animale; Città di Alessandria.

 

Roberta Cazzulo

Nata a Castelletto d'Orba ma da tredici anni vive ad Alessandria. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche indirizzo Politico-Economico ed il Master universitario in “Innovazione nella Pubblica Amministrazione” presso l’Università degli studi di Genova, oggi lavora presso l’Ente Provincia di Alessandria occupandosi di valorizzazione ed educazione ambientale. Dal 2009 al 2019 è stata Assessore presso il Comune di Castelletto d’Orba. Dal 2022 è Consigliere comunale ad Alessandria e presiede la Commissione Politiche Sociali e Sanitarie.

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