Body scintillanti, coreografie pazzesche e tre ore di show mozzafiato.
E’ questa l’anatomia de “The Eras Tour“, la tournèè mondiale della pop star Taylor Swift che sta facendo sold-out ovunque, dal Sofi Stadium di Los Angeles fino a San Siro dove, con una doppia data, ha portato oltre 130 mila fan (o Swifties, per essere precisi) nel capoluogo lombardo. E poco importa se non si conosce nessuna canzone oppure se non si condivide il successo mediatico di Swift tanto da essere sondata come Presidente degli Stati Uniti perchè, è bene ricordarlo, è un fenomeno strettamente generazionale.
Si badi bene, questo non è un articolo di moda o di costume. E il titolo è una provocazione per scrivere di un tema più interessante dell’ultimo fenomeno pop made in USA: l’impatto economico degli eventi culturali per il tessuto cittadino.
Torniamo al caso Swift. Come rivela l’ufficio studi di Confcommercio Milano, nella città si è registrato un indotto economico complessivo di 176,6 milioni di euro. La spesa maggiore del pubblico è stata per l’alloggio, seguono poi i servizi di ristorazione, i biglietti per il concerto e il trasporto locale. Secondo i dati Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, dal 12 al 15 luglio (cioè nel clou delle due date italiane della popstar) il traffico previsto è in aumento dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, con oltre 540mila passeggeri – in arrivo e in partenza – attesi negli aeroporti di Linate e Malpensa. Per quanto riguarda l’occupazione alberghiera e gli affitti brevi (B&B e case vacanza), rispetto al 13 e al 14 luglio 2023, sono saliti rispettivamente del 4% e dell’11,2%. Una crescita rilevante ha interessato anche il settore dei trasporti: una ricerca condotta da Trainline, piattaforma di prenotazione dei biglietti dei treni, evidenzia che ci sono stati aumenti generalizzati, sia dei viaggi dalle città italiane a Milano che da altre località europee. Passeggeri provenienti soprattutto da Napoli (+117%), Roma (+92%), Firenze (+69%) e Zurigo (+360%).
Oltreoceano, dove tutto deve avere un nome per essere identificato, è stato coniato il termine Swiftonomics per indicare il bazooka economico che la pop star porta con sè ogni volta che calca il palco in una nuova città. Il fenomeno ha coinvolto tutti fino ad arrivare al Premio Nobel per l’Economia Paul Krugman che celebra il fenomeno per i suoi aspetti positivi e si prepara alla creazione di un corso universitario di economia dove tutto viene spiegato a misura di Swifties. Non solo indotto di settore ma il “The Eras Tour” ha avuto anche un impatto sulla principale variabile macroeconomica considerata dagli economisti di tutto il mondo: l’inflazione. Philip Lane, capo economista della Banca Centrale Europea, ha citato la cantante di recente, evidenziando come la sua presenza in Europa potrebbe intensificare il tasso di inflazione nel settore di beni e servizi, soprattutto in un’estate già bollente con le Olimpiadi di Parigi e il campionato europeo di calcio Euro 2024 in Germania. Il mese scorso, il tasso di inflazione in Portogallo ha subito un repentino quanto inatteso picco che è stato causato, come spiegato dal Governo Portoghese, da “un grande evento culturale che si è tenuto nella capitale del Paese”. Indovinate: Taylor Swift si è esibita in due date proprio a Lisbona in concomitanza con il dato anomalo registrato.
Torniamo in Italia e allarghiamo lo sguardo. I dati parlano chiaro: nel 2018 il sistema produttivo culturale e creativo ha generato 95,8 miliardi di valore aggiunto, pari al 6,1% del totale dell’economia italiana, garantendo un’occupazione ad oltre un milione e mezzo di cittadini. In Italia, le imprese del settore culturale sono più di 291 mila (pari al 6,8% del totale nazionale). Dalla stampa alla comunicazione fino all’organizzazione stessa degli eventi con il coinvolgimento di fonici, scenografi, truccatori e parrucchieri specializzati il settore culturale è di enorme importanza per il tessuto economico nazionale. Uno studio presentato nel 2023 ha inoltre messo in luce come per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative, se ne attivino altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico, dei trasporti e del made in Italy, per un valore pari a 176,4 miliardi di euro complessivo.
Tuttavia, affinchè si verifichino tali circostanze, è necessario che il tessuto cittadino sia precedentemente predisposto e possieda tutti i requisiti per ospitare eventi culturali che possano dare uno slancio in più alla città. Primo tra tutti un teatro che possa accogliere artisti e pubblico locale e non per assistere a produzioni di elevato livello. Per ottenere questi risultati occorre che la classe politica si contraddistingua per una visione di tipo strategico a lungo termine, sapendo intercettare risorse pubbliche e private e veicolarle al meglio in un quadro di pianificazione territoriale e urbanistico ben delinato.
E poi chissà… un giorno qualche pop star della Pennsylvania potrebbe cantare un famoso bridge tra Tanaro e Bormida.