
Nel 1938, nonostante le preoccupazioni di Roosevelt il governo USA, temendo una ulteriore espansione del Sol Levante nel Pacifico, bloccò la vendita di prodotti petroliferi al Giappone, le conseguenze furono: Pearl Harbor e Hiroshima. La storia non si ripete ma fa rima.
America and China Are on a Collision Course
May 30, 2023 NOURIEL ROUBINI
The G7 countries may have set out to deter China without escalating the new cold war, but the perception in Beijing suggests that they failed to thread the needle at their recent summit in Hiroshima. It is now clear to all that the United States, its allies, and any partners they can recruit are committed to containing China’s rise.
NEW YORK – Dopo il vertice del G7 di maggio a Hiroshima, il presidente Usa Joe Biden ha affermato di aspettarsi un “disgelo” nei rapporti con la Cina. Eppure, nonostante alcuni recenti incontri bilaterali ufficiali – con il segretario al Tesoro americano Janet Yellen che ha espresso la speranza di una prossima visita in Cina – le relazioni rimangono gelide.
In effetti, lungi dallo scongelarsi, la nuova guerra fredda si sta raffreddando, e lo stesso vertice del G7 ha amplificato le preoccupazioni cinesi sul fatto che gli Stati Uniti perseguano una strategia di “contenimento, accerchiamento e repressione globale”. A differenza dei precedenti incontri, quando i leader del G7 pronunciavano per lo più discorsi senza nessun seguito, questo vertice si è rivelato uno dei più importanti nella storia del gruppo. Gli Stati Uniti, il Giappone, l’Europa e i loro amici e alleati hanno reso più chiaro che mai il fatto che intendano unire le forze per contrastare la Cina.
Inoltre, il Giappone (che attualmente detiene la presidenza di turno del gruppo) si è incaricato d’invitare i leader chiave del Sud del mondo, non ultimo il primo ministro indiano Narendra Modi. Nel coinvolgere le potenze emergenti e medie, il G7 vuole persuaderle a unirsi a una risposta più vigorosa nei confronti dell’ascesa cinese. Molti saranno probabilmente d’accordo con la rappresentazione di una Cina che esercita un potere autoritario basato sul capitalismo di stato, la quale è sempre più assertiva nel proiettare la sua forza in Asia e nel mondo.
Mentre l’India (che quest’anno detiene la presidenza del G20) ha assunto una posizione neutrale sulla guerra tra Russia e l’Ucraina. La confederazione indiana è stata a lungo coinvolta in una rivalità strategica con la Cina, in parte a causa del fatto che i due paesi condividono un lungo confine di cui gran parte del quale è contestato. Pertanto, anche se l’India non diventerà un alleato formale dei paesi occidentali, continuerà a posizionarsi come una potenza globale indipendente e in ascesa, i cui interessi sono più allineati con l’Occidente che con la Cina e de facto i suoi alleati (Russia, Iran, Corea del Nord e Pakistan).
Inoltre, l’India è un membro formale del Quadrilateral Security Dialogue, un gruppo di sicurezza con Stati Uniti, Giappone e Australia, il cui scopo esplicito è quello di scoraggiare la Cina; il Giappone e l’India hanno relazioni amichevoli di lunga data e una storia condivisa di relazioni contraddittorie con Pechino.
Il Giappone ha invitato anche l’Indonesia, la Corea del Sud (con la quale sta perseguendo un disgelo diplomatico, spinto dalle preoccupazioni comuni sulla Cina), il Brasile (un’altra potenza chiave del Sud globale), il presidente dell’Unione africana Azali Assoumani e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il messaggio era chiaro: l’amicizia sino-russa “senza limiti” sta avendo serie conseguenze su come le altre potenze percepiscono la politica cinese.
Ma andando ancora oltre, il G7 ha dedicato una parte sostanziale del suo comunicato finale nello spiegare come affronterà e scoraggerà la Cina negli anni a venire. Tra le altre cose, il documento denuncia le politiche cinesi di “coercizione economica” e sottolinea l’importanza di un partenariato indo-pacifico per contrastare gli sforzi della Cina per dominare l’Asia. Critica l’espansionismo di Pechino nei mari cinesi orientali e meridionali e include un chiaro avvertimento alla Cina di non attaccare o invadere Taiwan.
Nel prendere provvedimenti per “ridurre i rischi” delle loro relazioni con la Cina, i leader occidentali hanno optato per un linguaggio solo leggermente meno aggressivo del “disaccoppiamento”. Ma ciò che più si nota è il cambiamento del gergo diplomatico. Secondo il comunicato, gli sforzi di contenimento occidentali saranno accompagnati da una politica per coinvolgere il Sud del mondo con grandi investimenti nella transizione verso l’energia pulita, per timore che i paesi chiave vengano trascinati nella sfera di influenza cinese.
Non c’è da stupirsi che la Cina non sia riuscita a contenere la sua rabbia contro il G7. Oltre a sovrapporsi a una riunione del Quad, il vertice di Hiroshima arriva in un momento in cui la NATO ha girato il proprio perno verso l’Asia con l’alleanza AUKUS (che comprende Australia, Regno Unito e Stati Uniti). Un trattato volto ad affrontare la Cina nel Pacifico.
Nel frattempo, la guerra tecnologica ed economica della Cina verso l’Occidente continua a intensificarsi. Il Giappone sta imponendo restrizioni sulle esportazioni di semiconduttori che non sono meno draconiane di quelle messe in atto dagli Stati Uniti, e l’amministrazione Biden sta facendo pressioni su Taiwan e Corea del Sud affinché seguano l’esempio. In risposta, la Cina ha vietato i chip prodotti dalla Micron con sede negli USA.
Il produttore di chip statunitense Nvidia, che sta rapidamente diventando una superpotenza aziendale, a causa dell’aumento della domanda dei suoi chip avanzati per alimentare le applicazioni d’intelligenza artificiale, anch’esso dovrà probabilmente tener presente i nuovi vincoli imposti verso la Cina. I politici statunitensi hanno chiarito che intendono mantenere la Repubblica Popolare Cinese indietro di almeno una generazione nella corsa per la supremazia dell’IA. Il CHIPS and Science Act dello scorso anno ha introdotto massicci incentivi per il rimpatrio della produzione di chip.
Il rischio ora è che la Cina, preoccupata di colmare il suo divario tecnologico con l’Occidente, sfrutti il suo ruolo dominante nella produzione e raffinazione dei metalli delle terre rare – che sono cruciali per la transizione verde – per vendicarsi delle sanzioni e delle restrizioni commerciali statunitensi. La Cina ha già aumentato le sue esportazioni di veicoli elettrici di quasi il 700 % dal 2019 e ora sta iniziando a schierare aerei di linea commerciali per competere con Boeing e Airbus.
Quindi, mentre il G7 potrebbe aver deciso di scoraggiare la Cina senza intensificare la guerra fredda, la percezione a Pechino suggerisce che i leader occidentali non siano riusciti raggiungere lo scopo. Ora è più chiaro che mai che gli Stati Uniti e il più ampio Occidente sono impegnati a contenere l’ascesa della Cina.
Certo, i cinesi vorrebbero dimenticare che l’escalation di oggi deve tanto, se non di più, alle loro stesse politiche aggressive quanto alla strategia statunitense. In recenti interviste in occasione del suo centesimo compleanno, Henry Kissinger – l’architetto dell’apertura alla Cina” dell’America nel 1972 – ha avvertito che, a meno che i due paesi non trovino una nuova intesa strategica, rimarranno in rotta di collisione. Più profondo è il congelamento, maggiore è il rischio di un violento crack-up.
Nouriel Roubini, Professor Emeritus of Economics at New York University’s Stern School of Business, is Chief Economist at Atlas Capital Team, CEO of Roubini Macro Associates, Co-Founder of TheBoomBust.com, and author of MegaThreats: Ten Dangerous Trends That Imperil Our Future, and How to Survive Them (Little, Brown and Company, 2022). He is a former senior economist for international affairs in the White House’s Council of Economic Advisers during the Clinton Administration and has worked for the International Monetary Fund, the US Federal Reserve, and the World Bank. His website is NourielRoubini.com, and he is the host of NourielToday.com.
https://www.project-syndicate.org/commentary/us-china-cold-war-deepening-on-collision-course-by-nouriel-roubini-2023-05?fbclid=IwAR32VFF7oCZ8a43ebw9Sy198fAzg1ZL10wPa8WcqpdUgdY9-lZ2RbSRyQHA