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Giorgio Abonante

Stop. Un attimo. Avevo appena scritto all’assessore Paolo e alla sua compagna due righe di felicitazioni per i loro miglioramenti dopo aver contratto e, si spera sconfitto, il Covid. Dopo pochi minuti una sua collega, seduta tra gli scranni della sala Consiglio a un metro da lui, esce annunciando urbi et orbi che quel che sta succedendo è in sostanza un complotto per arricchire i poteri finanziari. Quindi, secondo la collega di Paolo, Cherima, sarebbe più o meno tutto una montatura. Qualcosa non torna.

Si parlano o non si parlano? C’è un generale? Qualcuno che si occupi di far uscire un messaggio coerente dall’organo esecutivo di Palazzo Rosso? 

Perché alla fine siamo alle solite. Un principe c’è ma, come quasi sempre accade, è concentrato sul potere per il potere e null’altro. Gongola infatti, la Lega, baricentro di una coalizione in cui gli alleati portano solo grane (prima gli insulti all’Hospice, adesso le tesi complottiste, ecc.), mentre, quando il problema è domestico, gli assessori responsabili si cacciano via all’istante (salvo poi infilarli in qualche ufficio torinese) oppure, quando un capo di gabinetto è a fine corsa e ha fatto incazzare mezzo Comune, se ne va per diventare addirittura capo della partecipata regionale più importante.

Allora, un grande pantano, in cui la Lega sguazza con maestria e da cui esce con cinismo e professionalità (chiamiamola così), mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia appaiono sì come fratelli, ma quelli sfigati che ancora per sopravvivere devono ringraziare Re Riccardo.

Noi come minoranza abbiamo chiesto due settimane fa un consiglio comunale interamente dedicato alle strategie che l’amministrazione Cuttica vuole adottare per affrontare la seconda ondata Covid, in corso ormai da quasi un mese; abbiamo avanzato proposte concrete nel mese di luglio che non sono mai state discusse. Ora veniamo a sapere che il Consiglio comunale richiesto si farà, in ritardo, mercoledì 18 novembre e sarà organizzato con una lunga serie di relazioni che negheranno ogni dialettica politica e ogni speranza di poter promuovere a breve soluzioni autentiche, innovative e ispirate dalle forze politiche locali.

Ora si capisce perché. La maggioranza è una somma di personalismi.

Dovremmo chiederci e chiedere a Cherima Fteita come intenda mettere in pratica le teorie che ha diffuso a livello locale e amministrativo, l’unico che le compete e rispetto al quale ha precisi doveri. E cosa ne pensino al riguardo i suoi colleghi e il Sindaco. Anche a questo dovrebbe servire il Consiglio comunale del 18 novembre. Il resto è paradosso. Come quello nel quale il verde centrodestra accettò di lasciare alla presidenza della Commissione Cultura l’esponente di Forza Italia che ebbe la buona idea di attaccare l’Hospice Il Gelso.

Figuriamoci se avranno la forza e la lucidità di fare quadrare questo cerchio. Anzi, sarà l’ennesima dimostrazione del cuore grande della Lega che tutto accetta perché tutto torni.

Altro aspetto. Pare di capire dalle parole e dai chiarimenti offerti dall’Assessore Fteita che la conseguenza più grave delle sue convinzioni complottistiche, vero nocciolo della questione nonché aspetto che più le sta a cuore, sarebbe quella che riguarda il futuro dell’economia locale. Allora mi rivolgo a Lei, Assessore Fteita:

abbiamo presentato secoli fa una proposta attraverso la quale, riducendo del 30% gli emolumenti di tutti gli amministratori, potremmo immettere subito nel tessuto economico locale 150mila euro da irrobustire eventualmente con altri, impegnati da Fondazione Cral e Camera di Commercio, per sviluppare microcredito e progetti di prossimità.

Visto che, alleggerendo il suo discorso dagli orpelli riportati e apprezzando il suo chiarimento postumo, si evince che la sua preoccupazione sia soprattutto economica. Ci aiuterà a convincere la sua maggioranza su tale proposta?

Allora, mi interrogo, bisogna chiedere le dimissioni di Cherima Fteita (che in estrema sintesi sparacchia tesi antimoderniste trite e ritrite e null’altro) o bisogna battere il centrodestra nel 2022 partendo da una coalizione, un gruppo di persone, un progetto che mostri più dignità di questo Barnum? Un’alternativa che soprattutto mostri la capacità di offrire soluzioni locali per incidere anche solo parzialmente, per quel che si può, nella mole dei problemi che il difficile periodo storico ci scarica addosso. Senza perderci in sparate inutili e ipocrisie continue. Sempre che, ne sono certo, pensiate come me, che non siamo migliori, ma che dobbiamo provare ad esserlo.

Giorgio Abonante        

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

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