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Cazzulo 04

Roberta Cazzulo

L’articolo di Robert Reich https://ilponte.home.blog/2020/05/11/the-guardian-uk-robert-reich-la-tragedia-covid-19-negli-usa/ci presenta una lucida disamina delle cause della maggior incidenza di Covid-19 negli Stati Uniti, ragioni che essenzialmente sono legate sia a fattori contingenti (la Presidenza Trump) sia a fattori di tipo strutturale (le caratteristiche della società americana e del suo welfare pressoché inesistente).

Reich ci permette di pensare, effettuare confronti e soprattutto scongiurare un modello, come quello americano,  privo di welfare (ad esempio per i dipendenti del settore privato non è prevista malattia retribuita) e fondato su di un sistema sanitario di tipo assicurativo – privatistico:  per gli americani più fortunati, pochi, i costi sono coperti da assicurazioni sanitarie complete, per gli altri milioni, questi costi sono un potenziale peso insostenibile.

Il Covid-19 rende quindi ancora più trasparente, e drammatica, una situazione che è strutturale nella società americana.

La pandemia del Covid-19 costituisce un chiaro esempio di quello che nell’analisi delle politiche pubbliche è chiamato “focusing event”, un evento che – per la sua natura dannosa e repentina  – forza opinione pubblica e parte politica ad inserire nell’agenda istituzionale temi che non necessariamente vi sarebbero entrati o che almeno non lo avrebbero fatto con la stessa forza e la stessa rapidità.

E in Italia?

L’estrema gravità della pandemia ha riscoperto, evidenziato  e restituito alla società italiana il valore del nostro sistema sanitario nazionale, inteso come “bene comune”, fondamentale per la costruzione della struttura di una società che mette al centro la “protezione” dei propri individui.

La Costituzione italiana riconosce la salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

Dal punto di vista economico, la salute è un bene pubblico globale perché non può essere prodotto come una merce venduta sul mercato a consumatori individuali e perché è minacciato dalla mancanza di salute (o, appunto, dalla nascita di pandemie) in ogni parte del pianeta.

In nome del contenimento del deficit, la sanità italiana ha subito, negli anni, liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici.

Con la scusa della riduzione del debito, o della spending review…per decenni sono stati tagliati posti letto in nome dell’efficienza ed oggi ci troviamo ad essere in grossa difficoltà nel soccorrere i cittadini perché non sono disponibili spazi sufficienti nei reparti di terapia intensiva.

Il diritto alla salute subisce continue violazioni anche a causa del fatto che non vive in “isolamento”, ma trascina con sé molti altri diritti sociali, in costante contrasto con le leggi dell’economia .

Non possiamo attendere troppo tempo per pianificare un cambiamento che preveda: l’aumento della quantità e della qualità tecnica dei servizi sanitari erogati, il miglioramento delle condizioni di lavoro, comprese le remunerazioni, la connessione fra percorso universitario e sistema salute, l’assunzione di personale sanitario, una maggiore formazione alla prevenzione delle malattie, la riapertura di strutture e presidi sanitari territoriali chiusi in questi anni e soprattutto la necessità di un forte investimento nella ricerca scientifica.

Ci vorrà il coraggio di rivedere in profondità alcune politiche strutturali del paese.

Il mondo si sta chiedendo da dove ripartire….

E soprattutto tutto questo si poteva prevedere e conseguentemente pianificare?

Un buon sistema sanitario nazionale dovrebbe superare la semplice capacità di contenimento, dovrebbe essere sempre preparato a fronteggiare le emergenze sanitarie, dovrebbe prevenire prima ancora che curare …. come annunciava la pubblicità di un noto dentifricio ….

La sicurezza sanitaria si realizza nella percezione che ogni cittadino ha del proprio sistema sanitario.

La riforma strutturale del welfare pubblico rappresenta oggi il miglior vaccino al Covid-19, sia dal punto di vista della sostenibilità sociale che da quello della ripresa economica.

La sostenibilità e la sicurezza sociale vanno di pari passo con il contenimento dell’epidemia.

Welfare state e sanità pubblica costituiscono i  fattori chiave per raggiungere l’uguaglianza economica e sociale.

Mai come in questi giorni diventa necessaria la presenza dello Stato.

Il welfare non è un “costo” per il sistema economico privato, è un sistema parallelo che dona sicurezza agli individui in presenza di eventi naturali ed economici sfavorevoli, produce beni e servizi pubblici e assicura la riproduzione sociale in base a diritti e a bisogni.

E’ importante e necessario ripensare ad un sistema di welfare che sia capace di “restituire” le risorse, valutando gli esiti degli interventi e rendendo responsabili i cittadini stessi.

Le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali e di comunità riescono a generare servizi pubblici ad elevato impatto sociale e rappresentano realtà di grande valore, attraverso le quali la società civile si organizza, generando reti, rapporti diretti e sinergie tra Stato e comunità.

Società diseguali registrano condizioni di salute e benessere peggiori e i forti divari tra i ricchi e i poveri sono associati a peggioramenti delle condizioni di salute e delle aspettative di vita della popolazione più povera.

Tra gli effetti dell’emergenza c’è l’esigenza di riesaminare produzioni e consumi sulla base di nuove esigenze,  individuando tre aree prioritarie in cui concentrare ricerca e investimenti pubblici e privati: salute, welfare e attività assistenziali, ambiente e sostenibilità e tecnologie e comunicazione.

Se si vuole avere un futuro come comunità, è fondamentale post – pandemia tutelare la dimensione pubblica e valorizzare valori quali la cooperazione, la solidarietà e il senso di collettività.

Roberta Cazzulo

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

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