Oggi 11 ottobre, commissione congiunta Regione – Comune presso il nostro fu Teatro. Speriamo serva a qualcosa. Intanto è un peccato che non sia stata invitata la 3iEngineering che avrebbe saputo ribaltare su una dimensione regionale sia il lavoro di bonifica realizzato (interessante per processo e tecnologia usata) sia per il progetto che ha in mano da tempo con tanto di investitori interessati. Ripeto: un vero peccato.
Al di là di questo, è chiaro a tutti che rispetto al 2009 è cambiato il mondo e che, pertanto, per evitare perdite di tempo e voli di fantasia, sia necessario sapere in che contesto ci si muove. La recente presentazione della relazione annuale 2018 sullo stato della cultura in Piemonte (OCP – Fondazione Fitzcarraldo) dice tante cose interessanti. Ne riprendo solo due per brevità.
La prima: dal 2011 ad oggi in tutto il Piemonte l’ammontare delle risorse investite sul sistema cultura è drasticamente diminuito, 100 milioni tondi, tondi, in meno.
“La dimensione economica dei contributi pubblici e privati a sostegno della cultura in Piemonte nel 2017 è di circa 238 milioni di euro: diminuiscono del 13% le risorse pubbliche mentre quelle private si riducono di poco (del 2% quelle erogate dalle Fondazioni Bancarie, compensate da un aumento delle erogazioni liberali). Come è evidente dalla serie storica siamo sempre lontani dai valori registrati negli anni pre-crisi: dal 2011 nel corso di 7 anni si è avuta una perdita di circa 100 milioni di € (a valori attuali) dovuta principalmente alla contrazione dei bilanci comunali. I Comuni piemontesi infatti sono passati da 160 milioni di € erogati nel 2011 a favore dei vari comparti culturali a circa 93 del 2017.“
La seconda, altro dato negativo ma che nasconde anche una speranza, forse: il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) è tutto sbilanciato su Torino con la sola Novara che riesce a incassare un discreto mezzo milione abbondante (allego prospetto) mentre in tutta la provincia di Alessandria del FUS non arriva nemmeno un euro.
Il Sovrintendente del Regio di Torino, Schwarz, persona alla quale dobbiamo tutti un grazie per la scelta che ha fatto di rimanere a Torino e non accettare incarico a Lione (almeno così recita l’epica torinese), ha appena chiesto 8,5mln. a valere sul FUS solo per adeguare e riqualificare il palco. Qualcosa non torna. Noi con meno della metà di quella cifra e con l’aiuto dei privati riapriremmo tutto il nostro Teatro Civico. Ma non c’è contrapposizione, semmai dovrebbe esserci collaborazione.
Abbiamo bisogno di un’alleanza piemontese vasta perché la domanda di cultura si deve alimentare ovunque, a condizioni di economicità, efficacia ed efficienza ragionevoli, certo. Abbiamo bisogno che la politica regionale e locale e le grandi istituzioni culturali piemontesi stringano un patto per il rilancio della domanda e dell’offerta di cultura su tutta la Regione.
Anche il Regio (lo uso come sponda, chiaro) soffre se, come sta avvenendo ad Alessandria, intere generazioni crescono senza avere la minima idea di cosa sia il fascino di un grande allestimento teatrale, di un Teatro Civico vero, al di là degli sforzi straordinari fatti dai privati locali. Non sempre le condizioni economiche delle famiglie consentono di portare i figli a teatro a Milano, Torino, Genova.
Qui abbiamo bambini, ragazzi di 13 – 14 anni (nel 2010 erano troppo piccoli, quando il teatro chiuse) che non hanno idea di cosa sia un teatro civico e cosa possa rappresentare nel suo complesso un motore culturale di quel tipo, il rapporto con le scuole e via dicendo. Non credo sia una questione soltanto alessandrina.
Serve un progetto ampio, scritto con profondità di analisi dei bisogni e di lettura della realtà, percorso che necessita di attenzione da parte del Comune di Alessandria, di alleanze territoriali, competenze, partecipazione, calma e nessuna strumentalizzazione.
Giorgio Abonante