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Esteri26

Non siamo davanti a un evento unico e dichiarato, ma a una guerra lunga, frammentata, ma coerente. Un conflitto che attraversa gli anni, le aree geografiche e le generazioni.

Daniele Mascia

L’idea che venga formato un gruppo di “volenterosi” europei – per altro disarmati – al fine d’intimorire Mosca e Pechino, minacciando chissà quale sconquasso, oltre che lasciare indifferenti le due potenze euro-asiatiche, finisce per delinearsi come una inutile farsa.

Franco Gavio

Già per Biden, ancora più per Trump la corsa è tutta quella di difendere il ventre molle dell’advanced technology americana: la ricerca spasmodica di materie prime, in particolare: terre rare, litio, germanio, cobalto, rame. Di qui si capisce la furia di The Donald verso la verginea Groenlandia, gli immensi spazi canadesi, la ricerca sottomarina, il tentativo egemonico sull’Antartide e l’imposizione agli sfortunati ucraini di sfacchinare nelle miniere, accollandosi i velenosi processi di raffinazione in cambio di una presunta tutela militare. Come dire: a voi il lavoro duro e la spazzatura a noi i profitti, secondo il tradizionale modello coloniale britannico.

Franco Gavio

Ci sono voluti circa 30 anni alla UE per reagire  allo “schiaffo” nixoniano nel ’71. La risposta, benché tardiva e pasticciata, fu la costruzione di una moneta comune, l’euro, scommettendo che essa potesse dare corso a una successiva integrazione politica, che però non è mai avvenuta. Questo secondo uppercut trumpiano, per coincidenza a quasi tre decenni di distanza dall’esperimento monetario, finalmente metterà alla berlina quella nociva egemonia franco-tedesca basata rispettivamente sull’ “honneur de l'hexagone” e sull’ordoliberismo germanico, i quali sono stati per anni quei fastidiosi impedimenti, tra diffidenze e recriminazioni reciproche, che hanno bloccato un serio approccio di efficienza sistemica euro-transnazionale.

fg
Il Ponte