La Regione Piemonte ci ha ormai abituati a considerare i protocolli come documenti non vincolanti, come dimostrato dal caso del nodo ferroviario casalese. Vedremo come andrà a finire questa volta. Ma esiste un tema di equità e priorità. Il sabato e nei giorni festivi, treni e bus non circolano perché “non c’è utenza” – ma è ovvio che non ci sia, se il servizio non esiste! Così, le linee Alessandria-Alba e Alessandria-Ovada restano chiuse, mentre i collegamenti per Milano continuano a essere problematici.
di Giorgio Abonante
La nuova stazione ferroviaria all’Outlet di Serravalle è una scelta logica, diciamolo subito. Tuttavia, qualcosa non torna, e noi, esclusi da tutte le linee, vogliamo capire meglio.
Due premesse: a Novara, Amazon ha investito milioni di euro per ottenere una fermata sulla linea Novara-Biella. Un’infrastruttura nazionale dovrebbe rientrare negli accordi tra Stato e RFI. Ma in questo caso, come stanno le cose? La nuova fermata rientra in un’intesa tra Regione e RFI? Sarà pubblica o privata? Chi si occuperà della manutenzione, della pulizia, del collegamento con la viabilità e il tessuto urbano?
In sé, questa novità potrebbe essere positiva, ma non è chiaro in che modo migliorerà il trasporto pubblico locale, sia ferroviario che su gomma, nella nostra provincia piemontese. Quali treni si fermeranno? Quali benefici porterà al servizio ferroviario? Per rispondere a queste domande, sarebbe stato opportuno coinvolgere la Provincia e i Comuni interessati dalle modifiche di orario, come Novi Ligure, Arquata e il capoluogo Alessandria.
La nuova fermata fa parte di un accordo quadro? Possiamo integrare nella discussione i servizi strategici già studiati con la Fondazione Slala? E quale ruolo avrà quest’ultima? Come già detto per le direttrici verso Milano, vogliamo partecipare attivamente, valutare come integrare il sistema ferroviario con le nuove aree logistiche e coinvolgere l’Agenzia per la Mobilità Piemontese per ridisegnare alcune direttrici di trasporto.
Attualmente, la linea Alessandria-Arquata è irrazionale, frutto della regionalizzazione e dell’attestamento a Busalla dei vecchi treni locali Genova-Alessandria via Bolzaneto e Busalla, ormai diventati liguri. Razionalizzando quel servizio e riportandolo ad Alessandria, si potrebbero recuperare risorse da destinare, per esempio, alla linea per Ovada, al ripristino della stazione di Castellazzo-Casalcermelli o all’integrazione della nuova area logistica di Castellazzo, adiacente al quartiere Cristo di Alessandria.
Tutti questi progetti, apparentemente distanti dal tema della nuova fermata, in realtà ne fanno parte. Il problema è che non decollano perché non vengono neppure messi in agenda: il territorio resta spettatore di decisioni prese senza una visione d’insieme.
La Regione Piemonte ci ha ormai abituati a considerare i protocolli come documenti non vincolanti, come dimostrato dal caso del nodo ferroviario casalese. Vedremo come andrà a finire questa volta. Ma esiste un tema di equità e priorità. Il sabato e nei giorni festivi, treni e bus non circolano perché “non c’è utenza” – ma è ovvio che non ci sia, se il servizio non esiste! Così, le linee Alessandria-Alba e Alessandria-Ovada restano chiuse, mentre i collegamenti per Milano continuano a essere problematici.
Non siamo contrari a una nuova connessione ferroviaria – anzi, in un mondo normale sarebbe attiva da vent’anni – ma ciò che preoccupa è il metodo con cui la Regione affronta ogni questione: come un compito isolato, senza una visione sistemica.
Giorgio Abonante
Sindaco