Skip to main content

di Roberta Cazzulo

  • Numero Rosa gratuito Anti-Violenza e Anti-Stalking 1522: fornisce assistenza e supporto tutti i giorni, 24 ore su 24; 
  • App 1522, disponibile su IOS e Android: consente alle donne di chattare con esperte operatrici; 
  • AppYouPol: realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo. L’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche e con essa è possibile trasmettere in tempo reale messaggi agli operatori della Polizia di Stato; 

“Io non la tenevo prigioniera / La incatenavo solo verso sera / Per stare un po’ con lei, per stare stretto a lei / Perché l’amore, l’amore è un colpo di pistola / L’amore, l’amore è un pugno sulla schiena / È uno schiaffo per cena / L’amore ti tocca appena.”

Brunori Sas – Colpo di pistola

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro donne: istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Molte donne hanno vissuto l’emergenza Covid 19 restando in casa, costrette a condividere gli spazi 24 ore su 24 con il proprio maltrattante: una convivenza forzata che le ha esposte ad abusi e violenze.

In base ai dati della Direzione Centrale per la Polizia Criminale nel corso del 2020 i femminicidi sono stati il 41% del totale degli omicidi, contro il 35% del 2019.

Grafico 01

Su scala mensile troviamo che nel periodo gennaio-giugno 2020 la percentuale di femminicidi sul totale degli omicidi ha raggiunto il picco massimo del 55% a marzo durante i mesi di lockdown totale.

Grafico 02

Nel primo semestre 2021 la percentuale è rimasta pressoché stabile: la minor incidenza si è registrata nel mese di gennaio (32%), mentre il valore più elevato a febbraio (48%).

Grafico 03

Nella prima metà del 2020, il Piemonte è risultato essere al secondo posto dopo la Lombardia nella poco invidiabile classifica dei femminicidi, con 8 vittime tutte in ambito familiare – affettivo. Di poco inferiore il dato del primo semestre 2021, con 6 femminicidi anche qui tutti in ambito familiare-affettivo.

Grafico 04
Grafico 05
Grafico 06

Nell’ultimo triennio l’incidenza dei femminicidi sul totale degli omicidi perpetrati è passata dal 39,3% nel 2018 al 35% nel 2019 e al 40,5% nel 2020; se tuttavia si considerano i soli omicidi commessi in ambito familiare-affettivo l’incidenza sul totale risulta ben più alta: circa il 69% nel 2018, il 61% nel 2019 e il 68% nel 2020

Grafico 07

Relativamente al 2021 gli ultimi dati aggiornati del Ministero dell’Interno, che abbracciano il periodo 1 gennaio – 21 novembre, mostrano una percentuale di incidenza dei femminicidi pari al 41% circa sul totale degli omicidi volontari, percentuale che sale a circa il 68% considerando i soli delitti perpetrati in ambito familiare (39% e 67% le rispettive percentuali per l’analogo arco temporale riferito al 2020).

Grafico 08

 

Grafico 09

In base all’ultima rilevazione ISTAT, i centri antiviolenza nel 2018 erano 302, 0,05 ogni 10.000 abitanti.

La violenza sulle donne rappresenta un problema culturale, sociale, politico oltre che sanitario.

Un problema che si discosta dalle condizioni sociali, culturali, etniche e dalla fascia d’età delle vittime, purtroppo comprende anche donne molto giovani, con importanti conseguenze all’interno della sfera lavorativa e personale ed inevitabili problematiche psicologiche e/o psichiatriche.

La gravità della violenza sulle donne è tanto maggiore, quanto minore è l’azione di contrasto messa in campo dalle Istituzioni stesse.

Il numero di pubblica utilità 1522 è stato attivato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, con lo scopo di sviluppare, sulla base di quanto è stato definito dalla Convenzione di Istanbul, un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.

L’evolversi della situazione emergenziale, legata all’attuale pandemia, ne ha determinato un maggiore ricorso. Tale strumento è stato un punto di riferimento per le vittime di violenza durante il periodo di forzato confinamento. Le telefonate sono state, infatti, molto più numerose rispetto a quanto accaduto negli anni precedenti, grazie anche a mirate campagne d’informazione trasmesse in tv, lanciate sul web e sui social, con il supporto di testimonial di eccezione.

L’ONU ha definito la violenza sulle donne “un flagello mondiale”, per la sua diffusione capillare, che non tiene conto delle appartenenze territoriali o di classe e include ogni abuso, fisico e sessuale nei confronti di adulti e minori.[1]

La politica può e deve fare la sua parte intervenendo concretamente: indirizzando più risorse ai centri antiviolenza, che non possono vivere di solo volontariato e stabilendo più ore formative nelle scuole per educare al rispetto di genere.

Nel nostro paese è necessario costruire una rete socio-sanitaria ed assistenziale, agendo su tutte le cause che determinano violenza e offrendo sostegno psicologico e giuridico alle donne che la subiscono in modo tale da aiutarle a reinserirsi in società e restituire loro una vita dignitosa.

Inasprire le pene, a mio parere, non basta: le donne che subiscono violenza necessitano di maggior sicurezza per sé e per i propri figli e soprattutto di una comprensione profonda del loro percorso di dolore e di nuove opportunità che permettano loro di ricostruirsi la vita.

L’educazione, la disapprovazione sociale, la non indifferenza, l’attenzione e il sostegno fanno la differenza.

Vanno ricordati e divulgati costantemente i numeri e i contatti utili alle vittime:

  • Numero Rosa gratuito Anti-Violenza e Anti-Stalking 1522: fornisce assistenza e supporto tutti i giorni, 24 ore su 24; 
  • App 1522, disponibile su IOS e Android: consente alle donne di chattare con esperte operatrici; 
  • AppYouPol: realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo. L’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche e con essa è possibile trasmettere in tempo reale messaggi agli operatori della Polizia di Stato; 
  • Centri Anti-Violenza: previa consultazione della Mappa Centri Anti-Violenza per reperire il più vicino;                              
  • Pronto Soccorso: soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori socio-sanitari, oltre a fornire cure, inviteranno la vittima all’avvio di un percorso adatto;
  • Farmacie: per ottenere informazioni nel caso in cui non si abbia la possibilità di contattare subito i Centri Anti-Violenza o il Pronto Soccorso; 
  • Telefono Verde AIDS e IST 800 861 061: se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponderà dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00; 
  • 112: un numero di emergenza da chiamare senza esitare né rimandare nei seguenti casi: 
  1. in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica; 
  2. se si è vittima di violenza psicologica; 
  3. se si sta fuggendo con i figli (evitando, in tal modo, una denuncia per sottrazione di minori); 
  4. se il maltrattante possiede armi. 

[1] “Violenza contro le donne nella società contemporanea” di Alberto Pellegrino su https://letteredallafacolta.univpm.it/violenza-contro-le-donne-nella-societa-contemporanea/

Roberta Cazzulo

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

Il Ponte