
Elzeviro di Giorgio Laguzzi
Commento sulle amministrative coi risultati quasi certi, seppur non ancora definitivi. Tornata elettorale che sembra essere molto favorevole per il centrosinistra, onestamente persino oltre le aspettative.
Manfredi sostenuto dall’alleanza PD, M5S e Leu a Napoli vince al primo turno con una percentuale sorprendente, persino oltre al 60%. Sala a Milano vince al primo turno, anch’egli con un risultato straordinario. Lepore a Bologna vince con circa il 60%, risultato largamente atteso, ma anche qui positivo il miglioramento rispetto alla tornata amministrativa precedente.
Torino al di sopra delle aspettative con Lo Russo che esce come più votato al primo turno.
Infine Gualtieri, secondo dietro a Michetti, resta davanti agli altri due competitor Calenda e Raggi. Lo scarto è sicuramente ancora significativo, ma può presentarsi al ballottaggio contando sul suo rapporto col leader del M5S, Giuseppe Conte, e comunque anche con il rispetto di persona seria e preparata che anche Carlo Calenda penso gli possa riconoscere. Buono inoltre il dato sul seggio che Enrico Letta conquista con un ampio vantaggio (intorno ai 10%) con l’appoggio largo anche del M5S e dell’area liberal-democratica (IV e Azione).
Un paio di riflessioni: difficile sempre dedurre delle tendenze generali da casi particolari e locali, ma grandi città come Milano, Roma, Torino, Napoli e Bologna rappresentano anche un dato con impatto nazionale. Il centrosinistra non risulta più isolato come tre anni fa. La linea di chi nel PD crede, da molto tempo, in un campo largo che vada ben oltre al centrosinistra più classico e coinvolga il M5S, in forme più o meno dirette, è quella vincente. Ma bisogna resistere al contempo alla tentazione di pensare che la strada per le future elezioni politiche sia in discesa, poiché il PD dovrà saper gestire questo suo ritorno ad essere un perno importante dell’alleanza e resistere alla tentazione di volersi pensare in qualche modo egemone di quel campo progressista in fase di dispiegamento.
Invece, se guardiamo al dato più generale, l’astensione elevata, che pare anch’essa una tendenza negli anni, continua ad essere un segno non positivo per la salute della democrazia e delle istituzioni.