

Sorprende in questo racconto l’abilità dell’autore nello descrivere il funzionamento di una centrale nucleare. Nello scorrere del romanzo ci si perde tra meccanismi complicati e astrusi, situazioni d’emergenza, funzionamento di strani circuiti, errori di procedure, i quali, nel loro insieme, sono del tutto alieni dalle comuni discussioni tra la gente ordinaria, essendo questi congegni, modalità e sequenze riservate alla esclusiva conoscenza di uno sparuto gruppo d’esperti. Risulterebbe difficile per chiunque, anche per coloro che sono maggiormente abili a districarsi in ambiti tecnico-scientifici trovare delle connessioni causali all’interno di un sistema specifico, nonché sofisticato e complesso, come la produzione d’energia da un impianto nucleare.
Quindi, lode all’autore, il cui studio preparatorio svolto al fine d’incastonare il lato tecnico nel quadro sistematico di un racconto, risulta essere semplicemente ammirevole. Tuttavia, se compariamo l’accuratezza con la quale viene descritta la funzionalità operativa di una centrale nucleare rispetto alla mera narrazione degli episodi qualche contrasto lo possiamo rilevare. Lo svolgersi di avvenimenti che si dipanano in un ambito così peculiare troverebbero maggior stimolo a chi si dedica alla lettura di questo genere letterario qualora il perimetro geografico espositivo fosse più ampio, accompagnato da vicende più intricate. Forse, nel caso specifico, descrizioni maggiormente focalizzate sulle azioni proditorie al fine di scuscitare quella suspense che “incolla” il lettore al testo avrebbero reso la trama più brillante e meno “indigena”. La scoperta del misfatto mediante un’indagine “casalinga”, seppur ben costruita, limita l’immaginario di chi legge.
Sebbene il sabotaggio maturato all’interno del gruppo di personaggi in stretta relazione tra loro lo si può considerare per certi versi “originale”, ivi compresa la sua scoperta, svelata grazie alla lungimiranza e alla scaltrezza di un solo investigatore, alcuni passaggi appaiono troppo repentini facilitati da una ingenuità disarmante da parte dei presunti colpevoli. Normalmente, nella novellistica thriller, epiloghi così drammatici in settori assai delicati, ad alto rischio, trovano spazio in un costrutto ove gravitano potenze oscure, esterne, privi di scrupoli, con chiari intenti distruttivi, miranti a squalificare l’inabilità di una presunta sicurezza di una forza statuale nemica.
Nel caso specifico lo “screditamento” matura entro una cortina locale, senz’altro più interessante sotto il profilo della lotta politica domestica, giustapposto a un narcisismo delittuoso, ma che paradossalmente si delinea anomalo rispetto al contesto specifico in questione, ove, normalmente orbita intorno a esso la descrizione del grande intrigo internazionale, entro cui non viene meno l’esposizione di quelle digressioni sui singoli attori che sono il supporto necessario per rinvigorire la trama. Parentesi narrative che, se sapientemente “incrociate”, in un quadro più articolato, conducono il lettore al climax finale.
Sennonché, il libro è un grande sforzo d’immaginazione “anticonformista” che va indubbiamente premiato, poiché traccia un’invenzione letteraria sincretica tra tecnica, politica energetica e amore, per cui merita una lettura in un clima di rilassatezza serale. Complimenti a Graziano Moro.
fg
Nuclear | Edizioni Epoké (edizioniepoke.it)
Graziano Moro nasce a Serravalle Scrivia nel 1955. Diplomato perito elettrotecnico, inizia la sua attività lavorativa presso una nota azienda genovese nel 1977, come tecnico di automazione e strumentazione. Nel 1996 diventa responsabile dell’ingegneria per l’automazione di processi industriali di una importante multinazionale. Conclude la sua carriera lavorativa come Sales Engineer di sistemi elettrici e di automazione per l’energia e le utilities. Al lavoro affianca la sua passione per la politica che lo porta ad assumere impegni amministrativi nel Comune di Novi Ligure e nella Provincia di Alessandria.