Il cosiddetto “Riformismo” corre il rischio di risultare una parola vuota, salvo che una forza di governo “riformatrice” s’impegni a modificare gli attuali meccanismi che regolano il rapporto tra economia e società. “Riformismo”, quindi, significa dismettere le precedenti “politiche” fallimentari e sostituirle con nuove, alternative, i cui attori siano all’altezza dell’incarico affidato. Detto ciò, ci chiediamo: è veramente un “riformista” colui che non si indigna per la rinnovata consulenza inerente alla stesura del NGEU (Recovery Plan) da parte del Governo italiano alla McKinsey, nonostante il suo palese e documentato disprezzo per le comuni regole di ecologia sociale? Pensate che sia stata una scelta opportuna delegare parte di questo compito a una società privata che fu ritenuta complice – secondo l’indagine del New York Times – nel prematuro decesso di 450.000 americani?
McKinsey Proposed Paying Pharmacy Companies Rebates for OxyContin Overdoses
By Walt Bogdanich and Michael Forsythe
Published Nov. 27, 2020Updated Dec. 17, 2020
Court filings reveal consultants’ talk of a records purge during the opioid crisis, and shed new light on sales advice given to members of the billionaire Sackler family and their drug company, Purdue Pharma.
Quando la Purdue Pharma accettò il mese scorso di dichiararsi colpevole per le accuse penali inerenti al caso dell’OxyContin, il Dipartimento di Giustizia venne a conoscenza il ruolo che una società di consulenza non identificata ebbe svolto nel spingere le vendite di quel antidolorifico. Un farmaco che genera dipendenza, proprio mentre il suo consumo crebbe diffusamente in quantità eccessive suscitando indignazione nella pubblica opinione.
I documenti depositati la scorsa settimana in un tribunale fallimentare federale di New York mostrano che l’adviser era la McKinsey & Company, la società di consulenza più prestigiosa al mondo. Le 160 pagine includono e-mail e diapositive che rivelano nuovi dettagli sui consigli della McKinsey suggeriti ai membri della famiglia Sackler, i proprietari miliardari della Purdue Pharma, e il famigerato piano dell’azienda per il “turbo-incremento” delle vendite dell’OxyContin in un momento in cui l’abuso di oppioidi aveva già ucciso centinaia di migliaia di americani.
In una presentazione del 2017, dai documenti, che sono stati depositati in tribunale per conto di più procuratori generali dello stato, la McKinsey espose diverse opzioni per sostenere le vendite. Una di queste consisteva nel concedere ai distributori della Purdue un rimborso per ogni sovradosaggio di OxyContin corrispondente alle pillole che vendevano.
La presentazione [del progetto] stimò quanti clienti di aziende tra cui la CVS (catena di farmacie al dettaglio) e Anthem (assicuratore) potrebbero [aver incentivato] il sovradosaggio. Si fece una previsione che nel 2019, ad esempio, 2.484 clienti di CVS sarebbero stati esposti a un sovradosaggio o avrebbero sviluppato un disturbo da uso di oppioidi. Uno rimborso di $ 14.810 per “incidente” significava che Purdue avrebbe pagato alla CVS $ 36,8 milioni per quell’anno. CVS e Anthem sono stati recentemente tra i maggiori clienti della McKinsey. Gli addetti stampa delle due società in questione hanno affermato di non aver mai ricevuto rimborsi dalla Purdue per i clienti che avevano subito un sovradosaggio da OxyContin.
Sebbene la McKinsey non sia stata accusata dal governo federale o citata in giudizio, dalle prove documentali, nel 2018 iniziò a preoccuparsi per le ripercussioni legali. Dopo che il Massachusetts intentò una causa contro la Purdue, Martin Elling, uno dei responsabili per la consulenza farmaceutica nordamericana della McKinsey, scrisse a un altro partner senior, Arnab Ghatak: “Probabilmente ha senso avere una immediata conversazione con il comitato dei rischi per vedere, se nel caso, dovessimo fare qualcosa” di diverso da quella di “eliminare tutti i nostri documenti e le e-mail. Probabilmente no, ma man mano che le cose si fanno più serie, qualcuno potrebbe rivolgersi a noi.“
Il signor Ghatak, che anche lui consigliò la Purdue, gli rispose: “Grazie per l’avvertimento. Andrà tutto bene.” Non è noto se i consulenti dell’azienda abbiano continuato a distruggere i record. Le due persone in oggetto erano tra i consulenti di alto rango della McKinsey. Come mostrano i documenti di cinque anni fa. Costoro inviarono un’e-mail ai colleghi nella quale si accennava a un incontro in cui la McKinsey riuscì a convincere i Sacklers di commercializzare in modo aggressivo l’OxyContin.
L’incontro “è andato molto bene: la stanza era affollata dai i soli rappresentanti della famiglia, incluso l’anziano statista Dr. Raymond“, scrisse Ghatak, riferendosi al co-fondatore della Purdue, il medico Raymond Sackler, che sarebbe morto nel 2017. Mr Elling era d’accordo. “Alla fine della riunione“, scrisse, “i risultati sono stati chiarissimi per tutti e hanno dato un forte sostegno per procedere velocemente“.
Il piano della McKinsey fu accettato, anche se Russell Gasdia, allora vicepresidente vendite e marketing della Purdue, mise in dubbio la strategia aziendale. Scrisse a Ghatak la sera prima dell’incontro dichiarando che nutriva serie preoccupazioni “sulla necessità di aumentare le vendite” dell’OxyContin. Tuttavia, un altro dirigente della Purdue, David Lundie, era d’accordo nel procedere. Egli asserì che la proposta, anch’essa documentata, avrebbe catturato l’attenzione dei Sacklers, e ciò avvenne.
Nel 2017, l’amministratore delegato della Purdue, Craig Landau, scrisse che la crisi venne causata dal fatto che “[i medici] stanno prescrivendo troppe ricette” con “una dose troppo alta” e “per troppo tempo“. I farmaci, affermò, venivano prescritti “per condizioni che spesso non li richiedono” da medici che non avevano “la formazione necessaria per come usarli in modo appropriato“. Quando in seguito la McKinsey fu chiamata a “smantellare” l’aggressiva campagna di vendita, secondo i documenti del tribunale, il signor Landau avrebbe detto che era qualcosa che “avremmo dovuto fare cinque anni fa“.
Un addetto stampa della McKinsey mercoledì ha dichiarato che l’azienda aveva “collaborato pienamente con le indagini relative agli oppioidi” e aveva annunciato nel 2019 che “non avrebbe consigliato a nessun altro cliente in tutto il mondo attività specifiche per gli oppioidi“. In una dichiarazione del mese scorso, i Sacklers affermarono che i membri della famiglia “che prestarono servizio nel consiglio di amministrazione della Purdue agirono in modo etico e legale“.
Il coinvolgimento della McKinsey nella crisi degli oppioidi emerse all’inizio dello scorso anno, grazie alla pubblicazione di alcuni documenti dallo Stato del Massachusetts, che è tra gli stati che hanno fatto causa alla Purdue. Quei record mostrano che la McKinsey stava aiutando la Purdue a trovare un modo “per contrastare i messaggi emotivi delle madri con adolescenti che erano in una condizione di sovradosaggio” da OxyContin.
Martedì scorso, la Purdue si è dichiarata colpevole di accuse penali, inclusa la frode alle agenzie sanitarie federali e il pagamento di tangenti illegali ai medici. La società deve inoltre affrontare sanzioni per circa 8,3 miliardi di dollari.
Come parte dell’accordo, i membri della famiglia Sackler pagheranno 225 milioni di dollari in sanzioni civili. In una dichiarazione rilasciata dopo l’annuncio dell’accordo in ottobre, la Purdue ha affermato di “deplorare profondamente e di accettare la responsabilità” per la cattiva condotta che coinvolse la commercializzazione dell’OxyContin. L’accordo federale con la Purdue arriva mentre gli stati e le municipalità chiedono un risarcimento ai produttori di oppioidi per aver contribuito ad alimentare una crisi sanitaria che ha ucciso più di 450.000 americani dal 1999. La Purdue sta ora appellandosi per la protezione dalla bancarotta, così come lo stanno facendo altri produttori.
“Questa è la banalità del male, edizione M.B.A.”, ha detto Anand Giridharadas, un ex consulente della McKinsey che ha esaminato i documenti relativi all’interscambio lavorativo dell’azienda con la Purdue. “Sapevano cosa stava succedendo. E hanno trovato un modo per ignorarlo, aggirarlo, cosicché risposero alle uniche domande a cui tenevano: come far fare soldi al cliente e come proteggersi nel caso in cui la stretta stesse per arrivare“.
Il signor Giridharadas è un collaboratore del New York Times. Egli scrisse un libro del 2018 nel quale esaminò il potere delle élite, tra cui la McKinsey, e per come queste eludono la responsabilità per i danni sociali.
Negli ultimi anni, la McKinsey attirò critiche e attenzioni indesiderate per i suoi rapporti in tutto il mondo, anche nei paesi autoritari come la Cina, la Russia e l’Arabia Saudita. La sua attività in Sud Africa è stata decimata dopo che essa lavorò con società coinvolte in uno scandalo per reati di corruzione che portò alla cacciata del presidente del paese. Negli Stati Uniti, la McKinsey ebbe rapporti con l’immigrazione e l’Autorità delle dogane (Customs Enforcement) sotto il presidente Trump, proponendo opzioni per tagliare la spesa per il cibo e l’alloggio per i detenuti.
I documenti pubblicati la scorsa settimana descrivono in dettaglio il lavoro della McKinsey con la Purdue risalenti al 2008, l’anno dopo che il produttore di farmaci si dichiarò colpevole d’aver fuorviato le autorità preposte a dettare le regole. La Food and Drug Administration (FDA) aveva precedentemente informato la Purdue che la vendita dell’OxyContin avrebbe dovuto essere sottoposta a restrizioni e che ai medici, che prescrivevano il farmaco, si sarebbe dovuto richiedere una formazione specializzata.
I Sacklers considerarono quelle regole come un avvertimento minaccioso e, consultando la McKinsey, pianificarono di “unirsi” con altri produttori di oppioidi per respingerlo. Il tutto si ricava da una e-mail che la McKinsey preparò i dirigenti della Purdue per un incontro di fondamentale importanza al cospetto del comitato consultivo della FDA, titolato a esaminare la proposta di riformulazione dell’OxyContin, al fine di limitarne l’abuso. La riformulazione venne introdotta sul mercato nel 2010.
La McKinsey mise insieme i materiali informativi tali da fornire risposte alle domande che la Purdue avrebbe ricevuto. Una eventuale domanda poteva consistere in: “Chi alla Purdue si assume la responsabilità personale di queste morti?” La risposta proposta fu quella di dire che: “Ci sentiamo tutti responsabili“.
Il dottor Richard Sackler, ora patriarca della famiglia, si dimostrò soddisfatto dei preparativi. Scrisse a sua figlia in una e-mail del gennaio 2009: “Marianna, ti scrivo per dirti quanto sono rimasto colpito dalla preparazione per l’incontro con la F.D.A. Sia il metodo e sia il processo, nonché il contenuto sono stati eccellenti, si tratta di un grande cambiamento in termini d’impegno rispetto al passato.”
La riunione della FDA. con la Purdue sembrava avere almeno in parte successo. “Ancora oggi, la FDA. non ha mai richiesto una formazione specialistica per i medici che prescrivevano l’OxyContin”, così hanno scritto gli avvocati dello stato nei documenti presentati la scorsa settimana.
Correzione: 28 novembre 2020
Walt Bogdanich joined The Times in January 2001 as investigative editor for the Business and Finance Desk. Since 2003, he has worked as an investigative reporter. He has won three Pulitzer Prizes.
Michael Forsythe is a reporter on the investigations team. He was previously a correspondent in Hong Kong, covering the intersection of money and politics in China. He has also worked at Bloomberg News and is a United States Navy veteran. @PekingMike