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Lunedì della scorsa settimana, è quasi finita la pausa pranzo.

Il Direttore del TG LA7, Enrico Mentana, comincia la sua consueta maratona; dopo qualche battuta e l’iniziale presentazione degli ospiti compare in collegamento il rassicurante volto di Paolo Celata, personaggio fisso di questi appuntamenti, corridore atteso e ben noto agli appassionati del genere. Alla chiusura delle urne, arrivano i primi dati d’interesse, risultato di instant poll (tipologia di sondaggio che si svolge il giorno stesso del voto) ed exit poll (che si realizza direttamente all’uscita dal seggio), e la forchetta per i primi due candidati è pressoché coincidente: può aver vinto l’uno come l’altro, la partita è aperta.

Verso sera, con l’avanzare delle sezioni scrutinate, consultando i dati reali sul sito ministeriale Eligendo (https://elezioni.interno.gov.it/), prevale ora il candidato del centrosinistra Andrea Orlando ora il suo avversario Marco Bucci. Una corsa a distanza ravvicinata che lascia aperto ciascuno dei due finali possibili, sino al momento della proclamazione della vittoria di quest’ultimo, il candidato delle destre e del centrodestra, già sindaco di Genova. Chiusa la gara, finita la maratona. Si spegneranno le luci nello studio del Direttore Mentana – per essere presto riaccese per La notte americana, lo speciale sulle elezioni presidenziali statunitensi – e verrà il momento delle analisi e delle riflessioni da compiere a livello locale e nazionale.

In definitiva, i risultati testimoniano la vittoria, per meno di un punto e mezzo (48,77% a 47,36%), del neoletto Presidente della Giunta regionale e presentano un quadro della forza politica e del relativo consenso dei partiti e delle liste che rappresenteranno la popolazione ligure in Consiglio regionale.

Nella coalizione di maggioranza, il partito guida risulta Fratelli d’Italia (15,08%), seguito dalla Lista del Presidente (formazione caratteristica delle elezioni regionali, come la Lista del Sindaco alle elezioni amministrative, presente usualmente nei diversi schieramenti per sostenere la figura del candidato alla Presidenza, raccogliendo il consenso anche dell’elettorato che si senta rappresentato da proposte relativamente civiche o personalistiche, piuttosto che direttamente partitiche). Gli altri partiti di maggioranza, Lega e Forza Italia, si fermano al terzo e quarto posto nella coalizione.

Il Partito Democratico (28,47%) risulta primo partito a livello regionale, recuperando oltre otto punti e mezzo rispetto alle precedenti analoghe elezioni del settembre 2020, e guida la coalizione che ha sostenuto Andrea Orlando, seguito da Alleanza Verdi e Sinistra (6,17%). Due positivi risultati di lista che confermano, come abbiamo visto alle ultime elezioni europee, che un PD come quello guidato da Elly Schlein e una formazione rosso-verde che si posizioni alla sua sinistra, quale AVS, non necessariamente si indeboliscono a vicenda, potendo anzi crescere insieme.

All’interno della stessa coalizione, dopo la Lista del Presidente, si posizionano il Movimento 5 Stelle (4,56%), che alla storica e diffusa debolezza nelle elezioni di dimensione locale vede affiancarsi le attuali difficoltà politiche nazionali, e la formazione comprendente Azione e rappresentativa delle forze riformiste (1,74%), indebolita dalla divisione del campo liberale progressista.

Soprattutto, però, i risultati testimoniano una bassissima affluenza, con meno della metà degli elettori partecipanti al voto.

Una realtà preoccupante e non nuova sulla quale dobbiamo continuare a lavorare, con costanza, coraggio e capacità di ascoltare, fare proposte concrete e mettersi in discussione. Per ricostruire la presenza nei territori e per riportare l’elettorato ad avere fiducia nella dimensione politica. Dimensione ancora capace di cambiare la vita delle persone, di migliorarne o peggiorarne le condizioni di vita. Come, del resto, vediamo in diversi ambiti; come vediamo in materia di sanità, lavoro, ambiente, sviluppo, servizi.

Altrimenti, la politica finirà per essere questione per appassionati, per cultori e per maratoneti. Chissà, poi, che anche tra questi, accanto ai più indomiti e motivati a partecipare, non vi siano coloro che si appassionano alla contesa da semplici spettatori. Magari per indecisione o perché non percepiscono la partecipazione al voto come lo strumento prioritario per contare. Può darsi che l’immagine dell’amatore che si astiene sia frutto di una suggestione e, anche qualora non lo sia, certamente si tratterebbe di persone ben diverse dallo “scrutatore non votante” cantato da Samuele Bersani, né indifferenti né qualunquiste, ma che, tuttavia, finirebbero paradossalmente per correre senza partire.

È poi vero che oggi la partecipazione civica e politica assume forme diverse e si avvale di strumenti nuovi. Si pensi, ad esempio, al variegato impegno nel mondo dell’associazionismo o alle accresciute possibilità di sottoscrizione digitale. Peraltro, la novità che permette di firmare in questo modo le richieste di referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare, introdotta nel contesto di un lungo e lento percorso graduale, è stata accolta con entusiasmo dalla cittadinanza quando i temi si sono rivelati davvero sentiti.

Tuttavia, il voto resta strumento principe di partecipazione e il suo esercizio, recandosi alle urne, è fondamentale per poter essere rappresentati. Perciò, di fronte al deserto dell’affluenza, dobbiamo preoccuparci, farci smuovere e impegnarci davvero per essere presenti negli spazi sociali e territoriali in cui la politica pare scomparsa. In sostanza, dobbiamo organizzarci ed esserci. Così che i necessari momenti di mobilitazione siano sempre parte di un percorso collettivo ordinario, capace di coinvolgere chi, più o meno distante dalla politica tradizionale o disabituato alle sue forme, senta di volersi dedicare a una partecipazione più attiva e, soprattutto, capace di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni cui s’intende dare rappresentanza. In modo organizzato. Con continuità e senso.

Nicolò Ferraris

 

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

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