Importanza delle associazioni, enti no-profit, volontariato sul nostro territorio


Realtà come associazioni, fondazioni, movimenti ed enti non profit, nonché il mondo del volontariato, sono una risorsa importante per cittadini e istituzioni.
Le attività senza scopo di lucro sopravvivono grazie al consenso della popolazione e alla presenza di grandi valori di appartenenza al territorio. Sono indice di un elevato livello culturale e sociale. Alessandria è una città ricettiva riguardo ai principi di solidarietà e favorevole all’ambito No-Profit. Dal registro della Regione Piemonte risulta che sono attive oltre 3.200 associazioni di volontariato tutte regolarmente iscritte a uno specifico Registro regionale. La sola città di Alessandria promuove più di 400 tra associazioni, fondazioni e movimenti non a scopo di lucro che godono di un grande consenso e appoggio cittadino.
Lo stanziamento di fondi per dare vita alle attività proposte dal terzo settore arriva per lo più da parte di privati, banche e istituti regolatori.
La Regione, attraverso lo stanziamento di denaro, a cui si può aderire partecipando ad appositi bandi, sostiene le associazioni di volontariato e di promozione sociale ma il contributo comunale è essenziale per la sopravvivenza di tutte le associazioni esistenti.
Il CSVA (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria) è un ente che regola l’esistenza e la coesistenza delle varie associazioni cittadine e nazionali. La loro vita dipende dai singoli che si prendono carico della mission o da associazioni più grandi e forti a livello nazionale o addirittura europeo.
Questi 2 anni di pandemia hanno profondamente inciso su questo settore ma con l’aiuto dei cittadini e con iniziative interessanti, la volontà di ritornare attivi e di sviluppare nuove idee non manca.
Alessandria, soprattutto grazie all’appoggio cittadino, mette a disposizione fondi o opportunità edilizie e gestionali per queste attività. Nella nostra amata città bisogna ripartire quindi anche dalla valorizzazione del terzo settore: per esempio, mettere a disposizione delle associazioni spazi comunali, in comodato d‘uso gratuito o con affitti calmierati (anche in condivisione tra realtà del terzo settore); promuovere una progettazione comune per reperire fondi; diminuire/semplificare la burocrazia per il terzo settore; sostenere iniziative di promozione del terzo settore (Giornate del Volontariato; Giornate della Ricerca; ecc…); maggiore supporto a livello comunale (sia burocratico che di sponsorizzazione) per la realizzazione di iniziative/eventi promossi sul territorio da enti del terzo settore.
La progettazione di un piano complessivo che permetta di promuovere un approccio più sistemico dovrebbe basarsi su:
Rafforzamento delle reti sociali territoriali che coinvolgono direttamente i cittadini, le associazioni sul territorio, le cooperative sociali, per affrontare nel modo più efficace le domande di servizi e di supporto, in aumento esponenziale.
Favorire il sostegno delle realtà non a scopo di lucro.
Il rafforzamento del tessuto sociale, fondamentale per affrontare anche in modo preventivo le situazioni crescenti di nuove fragilità e vulnerabilità di persone e famiglie.
Effettuare interventi urbanistici per rendere accessibili a chiunque, con particolare attenzione per i portatori di handicap, edifici pubblici e marciapiedi, continuare e potenziare il processo di costruzione e ristrutturazione di piste ciclabili.
Il sostegno di programmi di domiciliarità, per giovani, anziani e altri soggetti a rischio solitudine, con l’obiettivo di contrastare (attraverso forme comunitarie come, ad esempio, il cohousing) l’isolamento dal mondo e la precarietà sociale che ne deriva.
Attivazione di una maggior collaborazione con CSVA e con il volontariato organizzato, sia per progetti di rete nei campi di pertinenza delle organizzazioni di volontariato, sia nel sostenere una rappresentanza del volontariato da coinvolgere nella fase di impostazione e verifica dei programmi di welfare, compreso l’invito alle Commissioni Comunali competenti.
L’obiettivo è ambizioso ed è possibile solo tramite un’attiva e lungimirante cabina di regia del territorio e una nuova capacità progettuale.
Daniela Maria Gioia