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libreria

di Giorgio Abonante

Va in scena ancora una volta la celebrazione dell’ipocrisia, nel suo teatro più coerente: Torino. Il palco è il Salone del Libro che quest’anno si occupa di tutto e del suo contrario, il Gioco del Mondo, la rappresentazione più alta di quella democrazia di mercato in cui per vendere, beni o parole, si accetta tutto, salvo poi far finta che la cultura e la buona politica c’entrino qualcosa solo perché l’opinione pubblica alza la voce.

Un sistema tutto torinese che alimenta gli interessi di pochi in un contesto territoriale che rimane sullo sfondo. A tal punto che ci si chiede come mai la Regione Piemonte versando cospicue somme di denaro non chieda in cambio attività e risultati a beneficio del territorio regionale[1]. La Fondazione Circolo dei Lettori incassa 3mln600mila euro e in determina non si legge uno straccio di richiesta per iniziative collegate al Salone ma realizzate nelle province.

Un sistema guidato dagli interessi della grandi case editrici, con le altre che stanno ai margini e faticano a pagare gli affitti degli stand. Con i lavoratori dell’industria culturale che da anni manifestano il loro disagio ricavandone un sostanziale disinteresse, ma nel Gioco del Mondo, si sa,  ci sta tutto. Persone che per strappare uno stipendio, decente quando va bene, sgobbano con orari di lavoro senza senso. Va in scena la giusta battaglia contro i neofascisti ma nel Gioco del Mondo recitano da assenti le ragioni che li riabilitano.

Ma per capire davvero quanto la sceneggiata torinese altro non sia che la punta dell’iceberg dell’egoismo della capitale sabauda occorre allontanarsi dall’occhio del ciclone. La Regione spende, non poco, per un mega evento limitato all’area torinese, ma nel calcolo bisogna includere anche le altre voci di spesa che diventano entrate per i circoli degli spendaccioni. Per toccare con mano citofonare Novi.

I soldi arrivano, sì, a patto che il territorio non decida nulla, che accetti la beneficenza, che l’utile culturale ed economico lo decidano e lo incassino a Torino. A Novi Ligure (Castellania e tortonese incluse) si celebra il Centenario di Coppi con tutto il potenziale culturale, storico e turistico che non stiamo qui ad elencare. La Regione gira risorse al novese affinché la sua comunità elabori una sua strategia, una sua lettura autentica dell’evento? No.

Il tramite viene imposto, di fatto, ed è Il Circolo dei Lettori[2]. Degli eventi che avevano in mente gli ottimi operatori locali per adesso si vedono pochi sviluppi e quei pochi se li sono guadagnati battendo altre strade. I soldi a chi vanno? Ai gruppi editoriali (La Stampa, Gazzetta, Corriere, Repubblica)[3] e al Teatro Stabile di Torino che pigliano tutte le risorse per un talk show, per un reading teatrale e per pubblicizzare la prossima tappa del Giro.

Questa è la gerarchia, come sempre, e quel che sa esprimere in termini di valore culturale diffuso. Se stai nel sistema benefici dello “sgocciolamento finanziario” del capoluogo, ammesso che l’élite nascosta che lo governa ne decida regole, condizioni e contenuti. Nel Gioco del Mondo l’importante è che guadagni la Torino che conta, gli altri si arrangino.

Ma noi alessandrini abbiamo delle colpe. Mai nata una Fondazione per la Cultura degna di questo nome in provincia, in altre faccende affaccendata la Fondazione bancaria. Non tutte le responsabilità sono degli altri. Sperando che prima o poi ci si stufi, da moribondi, di guardare gli altri mangiare il gelato (libera interpretazione di “Cara”, Lucio Dalla).

Giorgio Abonante

[1] file:///D:/documenti/Downloads/2018_A20_701_DD_Fondazione%20Circolo%20dei%20lettori.pdf

[2] https://www.circololettori.it/storia-di-un-campione/ La Stampa – Il Secolo XIX media partner

[3]file:///D:/documenti/Downloads/A2008B_098_20190314_ZCA2788EBD%20(2).pdf

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

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