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Alessandra Addeo, manager, industria settore alimentare, la nostra Community

Abbiamo steso un programma che vuole Alessandria una città aperta, dove tutti si possano sentire a casa. Una città “dei diritti e dei doveri”. Parto da questo assunto, fondamentale, espresso dall’Amica consigliere comunale Roberta Cazzulo, per soffermare il pensiero sul concetto di Res Publica, la cosa pubblica, la città pubblica, la città proprietà di tutti i cittadini.

Treccani docet: la cosa pubblica (calco del lat. Res Publica), ovvero lo stato, il governo, l’amministrazione statale e anche i beni che sono proprietà di tutti i cittadini.

Alessandria vuole essere così, ospitale, incline ad voler generare una pacifica e proficua coesistenza di persone differenti, ma che tutte possano e debbano avere un idem sentire.

Questo fattore comune, a mio modesto avviso, si deve basare sul rispetto della città, sulla tutela degli ambienti comuni, sulla salvaguardia dei quartieri tutti e delle esigenze di tutti.

Cosa significa rispetto della città?

Significa che tutti i cittadini e gli abitanti di questa città possono contribuire a renderla più bella e accogliente, a cominciare dal rispetto delle strade, dei marciapiedi, dei parchi, dei parcheggi.

È questo che significa inclusiva: troppo spesso ho sentito dire “le strade hanno i buchi, i prati sono incolti, se il comune non se ne prende cura perché devo farlo io?” e quindi l’assunto “chissenefrega, tanto non è mica mia Alessandria”. E invece si.

Alessandria è di tutti noi, dalla periferia al centro, dagli argini alla Cittadella, dal Cristo agli Orti, dalla Stazione all’Ospedale: questa città è di proprietà di tutti noi ed è da qui che dobbiamo partire. Per contribuire a tenerla e mantenerla pulita: Come?

Iniziamo a non lasciare le bottiglie di birra abbandonate per strada, le deiezioni degli animali sui marciapiedi o nei prati, gli involucri e i contenuti di cibo da asporto per terra, sui marciapiedi del parcheggio della Stazione, nei giardini pubblici: la spazzatura e gli escrementi abbandonati generano spazzatura e uccidono il rispetto.

È dovere di ogni cittadino tutelare la propria città, denunciare i comportamenti irrispettosi e pericolosi, per il benessere della città.

Come si traduce in azioni tutto questo? In realtà è piuttosto semplice, si traduce nel senso civico, che nasce da noi e che possiamo aiutare a trasferire anche a chi non lo ha. Potrei citare infiniti esempi di buona pratica del senso civico!

Significa spegnere il motore delle auto davanti alle scuole e durante ogni sosta prolungata. Significa usare i cestini e i bidoni della raccolta differenziata per i rifiuti, senza abbandonare nulla “al caso”, significa raccogliere bottiglie di plastica abbandonate durante una passeggiata e significa, nel nostro piccolo, segnalare abusi e atti irrispettosi.

Significa anche dare la precedenza ai pedoni e alle biciclette sulle strisce pedonali, essere tolleranti con gli anziani o i portatori di handicap, sia in macchina che a piedi, ma significa anche essere intransigenti con chi non si cura del bene della cosa pubblica.

I tuoi diritti sono anche i miei, i miei doveri sono anche i tuoi”: questo insegnavano un tempo nelle scuole italiane, quando esisteva la materia Educazione Civica, il cui scopo era (per l’appunto) educare i giovani ragazzi ad un comportamento civile, a sviluppare in loro il senso civico, il rispetto in generale, dei luoghi, degli palazzi, dei monumenti, delle piazze, dei giardini, dei parchi, degli altri.

Ed era così che ci sentivamo: parti della vita cittadina, partecipi della bellezza dei luoghi in cui vivevamo: non si sputava per strada, non sarebbe venuto mai in mente, e se vedevi qualcuno che lo faceva lo guardavi indignato oppure, ai più coraggiosi, spettava il redarguirli! Non si gettavano carte e oggetti per strada, non si abbandonavano bottiglie o cartacce sui marciapiedi, perché era indecoroso, ti sentivi sporco e colpevole se mai fosse capitato! Si salutavano i passanti, anche se non si conoscevano, e si augurava loro una buona giornata, si aiutavano le vecchiette ad attraversare la strada, si aiutavano i forestieri o i turisti ad orientarsi e a trovare la meta, si guardavano le strade, i palazzi, il mondo intorno a noi, non lo schermo dei cellulari!

E’ come se la vita vera, quella che importa, non fosse più quella reale intorno a noi, ma quella dentro lo schermo di un cellulare, quella virtuale…eppure… “i sogni sono le ombre della realtà” diceva Donna dello Spirito, una mamma aborigena australiana ai suoi figli (intendeva la realtà materica, non quella virtuale, ndr).

Riprendiamoci oggi stesso il valore della civiltà, rimpossessiamoci tutti della cura della nostra città, aiutiamoci e aiutiamo tutti noi ad essere quell’ombra del nostro sogno di tornare ad avere una città bella, partecipe, sana e gioiosa.

Alessandra Addeo

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

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