Il salario minimo non favorisce la disoccupazione e sembra anzi avere effetti positivi in termini di incremento di lavori di buona qualità. Questa volta ad affermarlo non è qualche gruppo di massimalisti, ma un articolo pubblicato recentemente nella prestigiosa rivista Quarterly Journal of Economics [1], riconosciuta al primo posto dal database internazionale Scopus.
I cinque autori analizzano l’impatto del salario minimo in Germania dal 2015 ad oggi, indicando come esso abbia avuto un effetto ovviamente positivo sull’incremento salariale di circa il 15% della working class. L’impatto positivo è stato anche sul versante della qualità, oltre che della quantità, avendo incentivato lo spostamento dei lavoratori verso settori e industrie più produttive.
La cosa più interessante è che questo paper risponde (indirettamente) criticamente a due studi precedenti che avevano previsto impatti negativi del salario minimo, prevedendo la perdita di quasi 900 mila posti di lavoro; in tale paper, infatti, gli autori sostengono e analizzano come il minimum wage (salario minimo) non abbia avuto effetti negativi sull’occupazione.
Continua insomma il lento riallineamento della rotta del Titanic.
Speriamo vivamente che il tempo di virata sia sufficiente.
[1] Christian Dustmann, Attila Lindner, Uta Schönberg, Matthias Umkehrer and Philipp vom Berge, Reallocation Effects of the MinimumWage, The Quarterly Journal of Economics, 2021.