Skip to main content

Nel periodo che va dalla fine del basso medioevo all’inizio del rinascimento (XV°/XVI° secolo), la vita media alla nascita era di circa 30-40 anni, a causa dell’enorme mortalità infantile (40-50%). I fortunati che riuscivano a superare questa fase critica e l’infanzia potevano realisticamente vivere fino a 50-60 anni o più, a patto di sfuggire a malattie, guerre e carestie. Tutto sommato nel corso dei secoli a venire l’incremento della speranza di vita umana fu modesto fino al grande balzo che avvenne nella seconda metà del ‘900. Attualmente, essa in Italia, si attesta intorno agli 83,4 anni, con le donne che vivono più a lungo degli uomini (rispettivamente 84,8 e 80,5 anni secondo i dati Istat più recenti).  Ciò significa che, in poco più di un secolo, l’umanità è riuscita a ridurre a tal punto la mortalità infantile, a sviluppare così tanto la scienza medica, istituendo nel contempo un Servizio Socio-Sanitario Pubblico Nazionale, da incrementare di più di 40 anni la propria speranza di vita.

Da sempre l’ansia della morte ha sempre turbato gli esseri umani. Le varie “ricompense” ultra mondane propugnate da alcune dottrine o narrazioni religiose monoteiste con il crescere del pensiero razionalistico e materialistico hanno perso la loro efficacia consolatoria. Per dirla in altri termini: la fisicità del corpo ha preso il sopravvento sulla spiritualità scolastica dell’anima. Cercare di vivere più a lungo possibile, in condizioni di salubrità accettabile, è il comandamento che impera nei desideri dell’umanità post-moderna.

Lo shock che ha creato il diffondersi del Covid 19, particolarmente negli USA, con delle conseguenze in rapporto all’evoluzione tecno-sanitaria moderna rispetto alla peste del XIV° secolo in Europa (Decameron, Black Death), in termini di perdite di vite umane, ha indotto il capitalismo finanziario americano a scommettere sulla ricerca avanzata biotecnologica immunitaria e genetica promossa dai più noti centri d’eccellenza negli specifici settori.

Lo xenotrapianto è l’energia di fusione della medicina. Come dice la battuta più famosa, è il futuro, e lo sarà sempre. Ora, però, questa battuta sta iniziando a suonare fuori luogo.[1]

A settembre la Food and Drug Administration, l’autorità di regolamentazione medica americana, ha autorizzato la eGenesis ad avviare sperimentazioni cliniche su larga scala sui reni di maiale, un primo passo verso un uso medico più ampio. A febbraio la United Therapeutics, che produce organi estratti dai suini attraverso la sua controllata Revivicor, ha ottenuto l’autorizzazione a fare lo stesso. L’azienda prevede di avviare i trapianti sperimentali a breve; eGenesis stima di iniziare all’inizio del prossimo anno.

La tecnologia offre grandi promesse. L’Osservatorio Globale sulla Donazione e il Trapianto, gestito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione Spagnola per i Trapianti, stima che meno del 10% delle persone che necessitano di un trapianto in tutto il mondo ne riceva uno. Persino nei paesi ricchi la domanda supera l’offerta: in America circa 13 persone al giorno muoiono in lista d’attesa. La scarsità alimenta un mercato nero, in cui i pazienti pagano decine di migliaia di dollari per organi di dubbia provenienza.[2]

Gran parte dei recenti progressi è dovuta a una nuova tecnologia di editing genetico chiamata CRISPR[3], i cui pionieri hanno vinto il premio Nobel nel 2020. CRISPR consente agli scienziati di modificare più facilmente il genoma suino per rendere i suoi organi più tollerabili per gli esseri umani. Un grosso problema con i trapianti di qualsiasi tipo è il rigetto, in cui il sistema immunitario del ricevente riconosce il nuovo organo come estraneo e lo attacca. Tenere a freno il rigetto nei trapianti da uomo a uomo richiede spesso l’uso a vita di farmaci immunosoppressori, che rendono i riceventi vulnerabili alle infezioni. Il rigetto è un problema ancora più grande quando l’organo proviene da una specie completamente diversa.

Pare che cani, gatti, stiano per perdere la palma di essere considerati i migliori “amici” degli esseri umani, in procinto di essere sostituiti dal “vile” e sudicio maiale, poiché per quanto i primi ci confortino psicologicamente, il secondo scalerebbe il rango del nostro umano egoismo: potrebbe in futuro salvarci la vita.

Revivicor ed eGenesis, così come ClonOrgan, un’azienda cinese che ha prodotto organi per il trapianto in un paio di pazienti umani, producono tutti i loro maiali donatori geneticamente modificati più o meno allo stesso modo. Gli scienziati prelevano cellule cutanee da maiali adulti e disattivano tre o quattro geni che causano violente reazioni immunitarie negli esseri umani. Quindi inseriscono sei o sette geni umani, che aiutano anche a prevenire il rigetto, nonché i problemi legati alla coagulazione del sangue e all’infiammazione.

 “…successivamente, le cellule modificate vengono utilizzate per creare maiali clonati, rimuovendo i nuclei delle cellule, che contengono il loro DNA, e inserendoli in ovociti suini. Una volta che questi ovociti sono stati stimolati a formare embrioni e impiantati nelle scrofe, il risultato sono suinetti (lattonzoli) geneticamente modificati. Sebbene le aziende a volte aggiungano ulteriori modifiche per distinguersi, il maiale con un numero di dieci è diventato la formula base per la donazione di organi.

Risorse pubbliche e private Americane e cinesi affluiscono nelle aziende e nei luoghi di ricerca e sperimentazione specializzate/i nella chirurgia del xeno trapianto e dello sviluppo della farmacopea genetica inerente gli immunosoppressori. La United Therapeutics e i settori correlati nell’arco di un anno hanno visto il loro valore borsistico raddoppiarsi.

“A marzo e agosto, gruppi di ricerca cinesi collegati a ClonOrgan hanno dichiarato di aver trapiantato un fegato e un polmone di maiale in due persone in morte cerebrale, nonché un rene in un paziente vivente. Un altro gruppo cinese ha impiantato un fegato di maiale in un paziente vivente all’inizio di questo mese.”

Il tutto appare un po’ distopico. Il fatto che organi umani possono essere sostituiti con gli stessi di natura suina (fegato e reni principalmente) così come noi compiamo la stessa azione con componenti danneggiate nella nostra automobile, fa riflettere sul piano etico. Senonché, mentre USA e Cina competono ferocemente, a noi “riflessivi” europei, per rimanere nel tema, non ci resta che assistere impassibilmente come dei…salami.

fg

[1] https://www.economist.com/science-and-technology/2025/10/28/how-pig-organ-transplants-might-soon-save-lives

 

[2] ibid

[3] https://crisprtx.com/

Franco Gavio

Dopo il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Politiche ha lavorato a lungo in diverse PA fino a ricoprire l'incarico di Project Manager Europeo. Appassionato di economia e finanza dal 2023 è Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dal dicembre 2023 Panellist Member del The Economist.

Il Ponte