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La nostra Community: Daniela Maria Gioia – Consulta Comunale Pari Opportunità

Quando venne immessa sul mercato europeo nessuno poteva immaginare che in appena una decina di anni sarebbe diventata uno dei farmaci più conosciuti e discussi al mondo. La Talidomide, prodotta dalla tedesca Chemical Industry Basel e frequentemente prescritta come antinausea durante il primo trimestre di gravidanza, venne ritirata dal commercio poiché ritenuta teratogena. Sono i primi anni 60 e dal “Caso talidomide” nasce una nuova branca di studi, la farmacovigilanza.

Una disciplina complessa, che mette insieme l’incertezza dei trial clinici con il rigore e la precisione della giurisprudenza e del diritto. Ci spiega di cosa si tratta Daniela Maria Gioia, alessandrina che lavora in questo campo e che si occupa del sommerso legale e contrattualistico dietro ai farmaci che si trovano sugli scaffali delle farmacie.

Una questione di costi-benefici, valutata attraverso gli strumenti della statistica e della matematica”.

Perché bisogna appurare senza possibilità di errore che i prodotti farmaceutici non producano effetti collaterali avversi e potenzialmente letali.

E così sappiamo che l’aspirina non va somministrata a soggetti in età pediatrica o che la pillola anticoncezionale è bandita in caso di problemi di coagulazione. Il celebre “bugiardino”, il foglio che accompagna ogni medicinale, testimonia tutto il percorso di test e sviluppo prima della commercializzazione.

Un settore che movimenta cifre da capogiro ammette. Eh sì perché per testare un farmaco si può arrivare a dover sborsare anche 50.000 euro per singolo paziente. A pagare sono gli “sponsor”, le case produttrici che si affidano a centri specializzati nella ricerca dei pazienti, nella redazione di contratti e nel seguire le complicate procedure che la normativa impone.

Un labirinto burocratico, un dedalo di incartamenti con al centro EMA, l’agenzia europea preposta alla farmacovigilanza che approva e supervisiona passo per passo tutti i processi.

La prima esperienza di Daniela è nella Fondazione Italiana Linfomi. Un lavoro differente da quello immaginato dopo aver preso il PhD in Biologia Molecolare: dai laboratori e dalle provette si passa ai dati e ai software di categoria. Il primo incarico è la gestione del “Registro di patologia”, un database che contiene dati e cartelle cliniche dei pazienti affetti da una patologia rara, la mielodisplasia. Poi in PAREXEL ad occuparsi di studi clinici. “Ci occupiamo soprattutto di chemioterapici e anticorpi monoclonali” afferma “ma il mercato è vasto”.

Il grande pubblico ha avuto una piccola visuale sul mondo della farmacovigilanza durante la pandemia da Covid-19: parole come “EMA”, “AIFA”, “Protocolli” erano entrate a far parte del lessico quotidiano. Ma è necessario soffermarsi a pensare anche in tempi ordinari quale mole di lavoro, di studio e di rigore vi sia dietro ad un farmaco di uso comune.

E le persone, come Daniela, che si prodigano affinché tutto risulti sicuro anche per il consumatore più critico.

Che “gioia” avere con noi Daniela Maria Gioia !

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Gaia Brambilla

Classe 2001, bergamasca di nascita ma alessandrina per adozione. Laureanda in biologia con una passione per la politica e l'economia.

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