(Elzeviro di Giorgio Laguzzi)
Sarebbe interessante che con un esercizio molto facile ci soffermassimo a riflettere sui seguenti semplici dati, che indicano l’evoluzione del totale posseduto (in miliardi) negli anni dai 10 billionaires più ricchi al mondo, andando per approssimazione e stando ai dati ufficiali:
2009: $260
2011: $405
2014: $510
2020: $680
2021: $1200
Forse questo sarebbe sufficiente per comprendere alcune cose.
- Primo, in una fase del ciclo economico, descritta come di stagnazione a livello di crescita a livello sistemico, l’espansione di base monetaria creata in questi anni sembra aver accresciuto in maniera sproporzionata una categoria ristrettissima, quella che si potrebbe definire un’estrazione di valore;
- secondo, questo fenomeno si è accresciuto nel passaggio dal 2020 al 2021, ad indicare che la crisi economica indotta dalla pandemia ha consolidato ed accentuato un fenomeno già in essere;
- terzo, e forse un po’ più tecnico. L’espansione di base monetaria in essere dalla crisi del 2007-2008 e accentuatasi anch’essa con la crisi pandemica messa in atto dalle Banche Centrali potrà essere “riassorbito” ad un certo punto solo con alcuni metodi, a mio avviso:
1) scaricare sui ceti medi, medio-bassi e bassi la “cura”, attraverso misure di svalutazione dei salari, tassi di disoccupazione sistemicamente abbastanza elevati, magari condendo il tutto con una certa retorica sui fannulloni e similari:
2) mantenere un livello invece di sostegno alla categoria dei ceti bassi con sussidi minimi garantiti, cercare al contempo di aumentare l’occupazione ma inducendo così la possibilità che un certo tasso di inflazione (sopra in 2% in Europa, e ben più alto negli USA) spinga anche in alto i tassi di interesse e causi dunque una diminuzione di valore dei titoli del debito pubblico, manovra che coinvolgerebbe anche e forse soprattutto i ceti medio-alti e alti;
3) riassorbire liquidità a livello sistemico globale tassando la fascia dei super-billionaires (che comprende ma non si ferma ai 10 sopra citati) che ha più di tutti estratto dalla perpetuata espansione monetaria di questi anni.
In questa ottica va a mio avviso vista la presa di posizione di molti leader mondiali come Biden che questa volta, diversamente dalla crisi del 2007-2011 hanno compreso che non si potrà scaricare solo sui “ceti medi nazionali” (dai più bassi a quelli più alti) la crisi, ma bisognerà chiedere conto soprattutto ai super-billionaires che hanno visto il loro patrimonio passare da un totale di 260 miliardi $ nel 2009 a 1200 miliardi $ nel 2021, un’estrazione di valore che si potrebbe definire la cosa più distante dal merito che esista e frutto di un sistema quasi neo-feudale.
Giorgio Laguzzi