La settimana amministrativa prima di Natale è passata quasi interamente tra sessioni di Consiglio comunale e commissioni consiliari nelle quali si è discusso di diversi temi, purtroppo cancellati per l’opinione pubblica dalla ormai celebre battuta “meglio il dialetto dell’inglese“. Va detto che il centrodestra queste riduzioni da caricatura se le merita visto che se le cucina tutte in casa; la proposta infatti è partita dai banchi della maggioranza ed è stata maldestramente accolta da Sindaco e Giunta. Tuttavia, il tema, che presentato in altro modo sarebbe stato anche interessante discutere, ha occupato in misura minima il tempo delle sedute.
Si è parlato soprattutto di Documento unico di programmazione, provvedimento che detta le attività prioritarie del Comune, testo che, per essere davvero utile, dovrebbe essere sempre giustificato da un’aggiornata diagnosi territoriale, da attività conseguenti e da specifiche disponibilità di bilancio. Se sulla parte di bilancio si rimane in attesa del Ministero e della Corte dei Conti (valutazioni sul piano di riequilibrio) e del rendiconto 2019 (verifica della reale condizione di salute economica del Comune), sulla prima questione, diagnosi e scelte, la confusione nella maggioranza non ha giustificazioni.
L’aggravante sta nel fatto che negli stessi giorni suonavano due sveglie; l’indagine sulla qualità della vita (Il Sole 24ore), con Alessandria crollata ben oltre la soglia di allarme peraltro già varcata negli ultimi anni; la fine in Cassazione del processo Solvay che ha fatto il paio con la presentazione nelle stesse ore dell’indagine epidemiologica sulla Fraschetta. Non da ieri sappiamo che Alessandria ha due priorità, secondo tutti gli studi di sviluppo locale di cui siamo a conoscenza: intervenire sul capitale ambientale e su quello cognitivo.
Noi abbiamo chiesto: – un Consiglio comunale aperto sulla riqualificazione ambientale della Fraschetta, per provare a ridare centralità alla politica e alle istituzioni in una fase in cui i cittadini avrebbero bisogno di una prospettiva; – un tavolo di regia fra le istituzioni pubbliche e private locali, Upo e Politecnico, per aggiornare la qualità e la prospettiva delle presenze universitarie in relazioni alle vocazioni alessandrine.
Ci si aspettava una reazione, una proposta coerente da parte della Giunta, qualche risposta dalla maggioranza. A meno che l’insegnamento del dialetto non fosse la risposta delle destre mandrogne alla carenza di capitale cognitivo evidenziata dalla ricerca. Se è così chiediamo scusa, non avevamo collegato.
La Giunta e il Consiglio comunale potevano anche adottare un’altra linea, più di metodo, se vogliamo ancor più politica, per offrire ai cittadini l’idea di una guida lucida: compattare le forze politiche su un progetto territoriale.
Niente. Nemmeno questo.
Nell’unica, inadeguata, replica della Giunta è emerso il nulla, nessuna analisi politica, nessun approfondimento di merito, nessuna risposta alle nostre proposte, nessuna relazione sulle urgenze imposte dalla cronaca.
La polverizzazione della maggioranza tra gli interessi di Forza Italia e quelli della Lega è emersa in questi mesi nella sfacciata gestione delle nomine nei cda delle società partecipate ma è deflagrata nello scandaloso dibattito a cui abbiamo dovuto assistere in Consiglio in merito all’esternalizzazione dei servizi cimiteriali, con mandanti chiari ed esecutori non si sa quanto ignari.
L’ultima chiamata per dare un senso al quinquennio amministrativo in corso sarà offerta nei primi mesi del 2020 dal bilancio di previsione e dal conto consuntivo 2019 che ci diranno se c’è ancora un campo tracciato, una partita in corso e qualche idea di gioco.
Noi qualche trama l’abbiamo proposta e su una di queste, per il nuovo Ospedale di Alessandria, il Consiglio comunale ha trovato compattezza. Tratteremo questo tema nei prossimi giorni con un altro articolo.
Giorgio Abonante gruppo cons. PD Alessandria